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Siena, banda truffava enti pubblici sfruttando extracomunitari

16 aprile 2014 | 13.15
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Siena, banda truffava enti pubblici sfruttando extracomunitari

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Siena ha smantellato un'organizzazione criminale, con sede nel senese ma che operava in tutta Italia, che truffava gli enti pubblici sfruttando lavoratori extracomunitari, in particolare macedoni, ed evadendo il fisco. L'operazione denominata ''Falange macedone'' si e' conclusa con la denuncia di 14 persone e l'apertura di 4 distinti procedimenti penali.

L'autorita' giudiziaria ha disposto misure cautelari coercitive a carico di 4 persone (obbligo di dimora nei comuni di residenza) della banda. E' stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di turbative d'asta nei pubblici incanti o in licitazioni private nei confronti di enti pubblici.

Le indagini sono iniziate nel ottobre 2010, quando alcuni cittadini extracomunitari dotati di doppio passaporto denunciarono i loro datori di lavoro per alcuni mancati pagamenti. I militari delle Fiamme Gialle, dal racconto dei fatti, si accorsero che questi braccianti erano organici ad una struttura criminale che gestiva i loro introiti e le loro vite, pensando addirittura ad organizzare i viaggi dalla Macedonia, i cui costi erano decurtati dai compensi mensili erogati da varie aziende agricole della zona che ricercavano operai stagionali a buon prezzo.

Su mandato della Procura della Repubblica di Siena furono effettuate delle perquisizioni negli appartamenti dormitorio dove i macedoni venivano fatti pernottare: le condizioni igienicosanitarie e di vivibilita' erano molto basse, e per questo i braccianti venivano sfruttati e sotto pagati percependo 6 o 7 euro l'ora a seconda del caporale a cui facevano riferimento. A questo pagamento mensile venivano stornate a monte le quote per il viaggio, vitto e alloggio lasciando di fatto, nelle tasche dei braccianti, circa 650/700 euro mensili per lavorare ininterrottamente dalla mattina alla sera.

Dopo le prime indagini, sono iniziate le attivita' tipiche di polizia economico-finanziaria che hanno permesso di individuare una serie di societa' in rapporti reciproci fra loro che utilizzano sistematicamente fatturazioni fittizie al fine di abbattere il cuneo fiscale ed ottenere indebiti risparmi di imposta.

Il promotore dell'associazione criminale e' risultato A.C. di San Giovanni d'Asso (Siena) il quale, approfittando della propria esperienza e conoscenza dell'est Europa, si adoperava per procacciare manodopera straniera, fornirla alle aziende compiacenti e, talvolta, far aprire agli stessi cittadini stranieri delle nuove societa' con il fine di creare nuovi filtri per l'interposizione fittizia di nuove aziende, appositamente costituite.

Oltre a procacciare manodopera dall'est europeo e ad adoperarsi in operazioni di 'alchimia contabile', l'associazione criminale in argomento ha poi 'camaleonticamente' ampliato il proprio raggio d'azione creando una societa' in bonis per contrattare con la Pubblica Amministrazione ed aggiudicarsi fraudolentemente gare di appalto in tutta Italia nel settore del verde pubblico. I ribassi proposti agli enti pubblici erano elevati e convenienti: in alcuni casi e' stato infatti sfiorato il 50% rispetto alla base d'asta. Tuttavia i ribassi erano 'drogati' da un sistema artato e creato ad hoc per abbattere fittiziamente i costi sostenuti dall'azienda, anche attraverso false referenze bancarie e false attestazioni di solidità economico-patrimoniale (cosiddette certificazioni Soa).

Cosi' facendo, la Orange S.r.l.u. di Asciano (Siena) si e' illecitamente aggiudicata in tutta Italia, dal 2007 al 2012, ben 12 fra appalti e affidamenti diretti, incamerando circa 3 milioni e 200.000 euro senza averne diritto, avendo simulato documentalmente la sussistenza delle condizioni legali per contrattare servizi con la Pubblica Amministrazione.

Le indagini sono state rese possibili dall'incrocio di banche dati in dotazione alla Gdf, accertamenti bancari, riscontri in contabilita' e attivita' di polizia giudiziaria mediante le quali sono stati passati al setaccio oltre 10 computer e supporti informatici che si sono rivelati preziosi per il prosieguo delle attivita'. In particolare, uno dei membri dell'organizzazione criminale era un abile hacker informatico che procedeva alla falsificazione sistematica di documentazione da esibire agli enti pubblici nonche' alle banche o ad altri soggetti. Mediante tale sistema venivano bypassate le regole imposte dal Codice degli Appalti e dai suoi disciplinari. I falsi erano assolutamente materiali come ad esempio lettere di referenze bancarie completamente false prodotte con i loghi degli istituti di credito e delle firme false o scannerizzate, fatture completamente false nelle descrizioni dei lavori o artatamente modificate rispetto a quelle portate in contabilita'.

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