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Sieropositivo cacciato dal dentista. Grillo: "Inaccettabile"

11 gennaio 2019 | 20.15
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Questi casi mostrano quanto sia forte ancora oggi la discriminazione in ambiente sanitario per le persone in Hiv. Pertanto chiediamo alla ministra Grillo e all'Ordine dei Medici, che oltre ad intervenire nei singoli casi, nominino delle commissioni di controllo, volte anche ad emanare circolari e corsi di formazione obbligatoria, specifici per chiarire il trattamento dei pazienti Hiv positivi, al fine che venga abolita ogni discriminazione". Lo afferma Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line e portavoce di Gay Center, commentando il caso di un ragazzo sieropositivo che ha raccontato di essere stato messo alla porta in uno studio medico privato di Roma, dopo aver dichiarato la sua sieropositività. In seguito è stato realizzato da Fan Page un video con telecamera nascosta. Non solo, l'associazione annuncia che "sta presentando un esposto all'Ordine dei medici e degli odontoiatri" e "un reclamo al Garante della privacy".

Al ragazzo, mentre era in sala d'attesa - riferisce una nota di Gay Center - viene subito chiesto di compilare un'anagrafica e indicare, tra le eventuali patologie, di avere l'Hiv, cosa che il ragazzo dichiara, barrando la specifica casella. In pochi istanti l'odontoiatra, uscendo dalla sua stanza con il foglio, ha chiesto spiegazioni al ragazzo sulla sieropositività dichiarata, affermando: "Devo mandarla all'ospedale. Non posso fare niente senza analisi attuali della sua condizione...provi ad andare in ospedale, lì sono più attrezzati per i pazienti con Hiv". Tutta la conversazione, inoltre - fa nota Gay Center - si svolge in sala d'attesa senza concedere neanche la privacy di entrare nella stanza del medico.

"La legge 135/90 a tutela delle persone con Hiv/Aids è molto chiara, infatti, l'azione del medico è del tutto illegittima e pertanto stiamo agendo sia presentando un esposto all'ordine dei medici e degli odontoiatri, sia presentando un reclamo al Garante della privacy che già si è occupato di questa materia - dichiara Alessandro Cataldi, legale di Gay Help Line. "Inoltre, il garante si è già espresso per un caso analogo di alcuni anni fa a Brescia, circa la possibilità per gli esercenti la professione sanitaria di raccogliere informazioni sullo stato sierologico attraverso lo strumento del questionario. Il Garante chiarisce che il questionario non può costituire una condizione indispensabile per l’accesso alle cure, potendo anche la persona rifiutare la compilazione e non dichiarare il proprio stato sierologico. Il principio è che uno studio odontoiatrico deve garantire sempre le stesse condizioni igenico-sanitarie nei confronti di tutti i pazienti e a prescindere dallo stato sierologico dichiarato o accertato, come del resto è previsto dalle linee guida del Ministero della Sanità".

"Il questionario inoltre - aggiunge - non deve essere rilasciato in sala da attesa ma andrebbe compilato con il consenso informato del paziente, al quale il medico deve fornire ogni valida spiegazione circa l’importanza di venire a conoscenza di tale informazione. Tale dato infatti può essere richiesto dal medico curante non in un’ottica di prevenzione per attuare ulteriori misure preventive rispetto a quelle comunemente utilizzate negli altri casi, ma per assicurare che la cura proposta non entri in contrasto con la terapia antiretrovirale prevista per le persone in Hiv".

GRILLO - "Mi occuperò personalmente della questione. Ho già chiesto ai tecnici del ministero di effettuare le verifiche del caso". Lo annuncia il ministro della Salute Giulia Grillo, commentando il caso "inaccettabile" di "una persona sieropositiva cacciata da uno studio odontoiatrico perché non in grado di 'gestire un paziente con Hiv'". Caso denunciato da Fanpage.it "che ringrazio", afferma Grillo, secondo la quale l'accaduto "ci mostra quanto sia forte ancora oggi la discriminazione per le persone con Hiv". "Nessun operatore della sanità - ammonisce - può pensare di agire in base al pregiudizio e non sulla scorta delle evidenze scientifiche. Anche perché esistono linee guida per la gestione dei pazienti odontoiatrici sieropositivi". "Avrò al più presto - annuncia - un incontro con le associazioni che si impegnano ogni giorno nella lotta contro l'Aids. I pregiudizi sui malati non possono essere tollerati".

ASSOCIAZIONE DENTISTI ITALIANI - Nel caso del paziente Hiv positivo al quale, in uno studio dentistico romano, sono state rifiutate le cure "non c'è stata nessuna discriminazione, ma il collega ha applicato le regole". Lo afferma il presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), Carlo Ghirlanda che, sentito dall'Adnkronos Salute, spiega: "Lo studio odontoiatrico non è aperto al pubblico ma privato, quindi il dentista può per legge effettivamente scegliere o meno se intervenire, a parte nei casi di urgenza, se il paziente ad esempio si sente male, in cui è tenuto a prestare la sua opera". "Lo studio privato - spiega - non è un ambulatorio, per cui alcuni studi sono attrezzati e altri no. Il collega, in questo caso, ha fatto bene qualora abbia ritenuto di non avere quelle dotazioni strutturali, tecnologiche e organizzative necessarie. Ha quindi agito correttamente, rispetto alle sue prerogative organizzative, per tutelare il personale di studio, se stesso e i pazienti successivi, secondo prudenza in termini di prevenzione del rischio". Il presidente Andi ricorda, comunque, che "la maggior parte degli studi curano pazienti sieropositivi, ma con la dovuta organizzazione, come ad esempio riservandosi orari e tempi opportuni".

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