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Silvia Romano è libera: "Sto bene, sono stata forte"

09 maggio 2020 | 18.08
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Conte: "Ti aspettiamo in Italia". Di Maio: "Grazie alla nostra intelligence"

(Fotogramma)
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"Sto bene e non vedo l'ora di tornare in Italia". Queste, secondo quanto si apprende, le prime parole pronunciate da Silvia Romano dopo la sua liberazione a quasi un anno e mezzo dal suo rapimento in Kenya. "Sono stata forte e ho resistito", avrebbe detto ancora la ragazza. Il ministro degli Esteri Di Maio ha sentito al telefono Silvia Romano che sta bene e si trova nell'ambasciata italiana a Mogadiscio, in Somalia. Il ministro, a quanto si apprende, si è sincerato delle condizioni delle ragazza e sarà domenica alle 14 a Ciampino ad accoglierla. "Siamo tutti molto felici, la Farnesina è sempre stata in contatto con la tua famiglia, ci siamo sentiti con la tua famiglia, domani saremo in aeroporto ad accoglierti", ha detto.

"Sapere che finalmente potrà tornare in Italia mi rende orgoglioso del nostro governo, sono orgoglioso di poter servire il Paese in questo modo" ha ribadito, poi, il ministro Di Maio, parlando al Tg1. Il ministro ha raccontato di aver parlato al telefono con la ragazza, "le ho detto che sono tutti molto contenti che possa finalmente tornare in Italia un anno e mezzo dopo il suo rapimento, ho parlato anche con il padre". Di Maio ha ricordato che la Farnesina e l'Unità di crisi "sono stati in contatto per tutto questo tempo con la famiglia" di Silvia, che adesso "si trova in ambasciata, con il nostro ambasciatore Alberto Vecchi, nelle prossime ore prenderà un aereo" e "saremo a Ciampino per accoglierla". Senza entrare nel dettaglio dell'operazione, che ha portato alla liberazione della giovane, il ministro ha "ringraziato" e si è detto "orgoglioso di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno lavorato per farla tornare a casa, la Farnesina, l'Unità di crisi, i servizi di intelligence esterna in particolare". Questa operazione, ha ribadito Di Maio, "dimostra che lo Stato non lascia indietro nessuno". Infine, il titolare della Farnesina ha ricordato che Silvia era andata in Africa "come volontaria, per fare del bene, ed è stata rapita da chi faceva e fa del male".

La cooperante della onlus "Africa Milele" era stata rapita il 20 novembre del 2018 in Kenya, nel villaggio di Chakama, a 80 chilometri da Malindi. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma e dai carabinieri del Ros, era tenuta prigioniera in Somalia da uomini vicini al gruppo jihadista Al-Shabaab, l'organizzazione somala affiliata ad Al Qaeda e considerata "ostaggio politico".

A quanto aveva appreso l'Adnkronos da fonti somale, dunque, la volontaria 24enne sarebbe stata individuata come obiettivo da al Qaeda perché i jihadisti ritenevano facesse proselitismo religioso: una circostanza che fa della cooperante un ostaggio di particolare valore dal punto di vista della propaganda islamista, complicando un rapimento che si protrae ormai da un anno e per il quale non è mai stato chiesto un riscatto.

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