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Cinema: Silvio Muccino, porto sullo schermo un 'life coach' figlio della crisi

19 febbraio 2015 | 16.54
LETTURA: 4 minuti

L'attore firma la sua terza regia con 'Le leggi del desiderio', dal 26 febbraio al cinema in 400 copie targate Medusa, e in occasione della presentazione torna sulla querelle con il fratello Gabriele che, dice, "ha sorpassato il limite" fra ciò che è privato e ciò che è pubblico. /Guarda la videointervista

Silvio Muccino, regista e interprete di 'Le leggi del desiderio'
Silvio Muccino, regista e interprete di 'Le leggi del desiderio'

Roma - (AdnKronos/Cinematografo.it) - "Stavamo scrivendo una commedia romantica con Carla Vangelista, ma ci mancava il nesso nel presente: l’abbiamo trovato grazie a Internet, Carla mi ha fatto vedere un video del life coach americano Anthony Robbins e m’ha detto: ‘Quello è il tuo personaggio!’. Un life coach, un figlio fortunato della crisi, che si propone quale soluzione. Ed è una figura che il nostro cinema non ha mai trattato…”. Parola di Silvio Muccino, che firma la sua terza regia con 'Le leggi del desiderio', dal 26 febbraio al cinema in 400 copie targate Medusa.

Il personaggio di Muccino vive nel film un processo di crescita raccontato con i toni della commedia dove non manca però il dolore, come non manca nelle parole con cui, intervistato dall'Adnkronos, torna sui suoi difficili rapporti con il fratello Gabriele, una querelle che si è focalizzata su una persona con la quale Silvio lavora da anni, la scrittrice e sceneggiatrice Carla Vangelista. Quanto ti pesa questa vicenda?: "Mi pesa, come peserebbe a chiunque -risponde Silvio Muccino- nel senso che questo è un mondo dove è molto facile perdere i confini di ciò che è personale e privato e di ciò che è pubblico. In questa situazione, come si sa, mio fratello ha sorpassato quel limite. Facendolo, ha puntato il dito contro una persona che non ha responsabilità, che è Carla Vangelista e lo ha fatto in un modo molto vigliacco, e questo -conclude Silvio Muccino- è qualcosa che più che interferire e danneggiare la mia vita, lede la sua".

Nel film, Silvio Muccino interpreta Giovanni Canton, carismatico e spregiudicato trainer motivazionale che in sei mesi, questa la sua sfida, porterà tre persone a raggiungere i propri desideri: una scrittrice erotica mai pubblicata (Carla Signoris), un disoccupato 60enne (Maurizio Mattioli), una bella e fragile editor (Nicole Grimaudo)… "Un film romantico, positivo e pieno di speranza in cui credo molto”, lo definisce Muccino, lusingato dal sentirsi definire ‘l’ultimo dei romantici’: “Oggi il life coaching è una moda assoluta, ma la gente ha bisogno di qualcuno che le indichi al strada. Una volta lo facevano gli sciamani, oggi i coach…”.

Per Nicole Grimaudo “i ruoli femminili sono pieni, ricchi e carichi come in Italia succede di rado: siamo alle solite, compagne, fidanzate….”. “L’unico lusso che mi concedo nella mia vita - conclude Muccino, tornato dietro la macchina da presa a cinque anni di distanza da 'Un altro mondo' - è aspettare il ruolo giusto, quello in cui sento di poter fare qualcosa. Soprattutto, amo la regia, la trovo stimolante, poter passare la palla agli attori, farmi nutrire dal loro talento... Sì, amo fare il regista, e volevo che 'Le leggi del desiderio' fosse un film spettacolare”.

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