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Federlazio: Silvio Rossignoli e’ il nuovo presidente

27 giugno 2014 | 10.29
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Il consiglio generale della Federlazio, riunitosi a Roma, lo ha eletto nuovo presidente dell’associazione per il triennio 2014-2017. Rossignoli succede a Maurizio Flammini, eletto presidente della Federlazio nel dicembre 2008

Silvio Rossignoli
Silvio Rossignoli

Il consiglio generale della Federlazio, riunitosi a Roma, ha eletto Silvio Rossignoli nuovo presidente dell’associazione per il triennio 2014-2017. Silvio Rossignoli succede a Maurizio Flammini, eletto presidente della Federlazio nel dicembre 2008. Rossignoli, 69 anni, ingegnere aeronautico, è presidente e socio fondatore della “Aero Sekur spa”, società operante nei settori dello Spazio, dell’Aeronautica e della Difesa. Da poco eletto presidente della Federlazio-Roma, è stato recentemente anche riconfermato alla Presidenza del settore Aerospazio e Difesa dell’associazione.

Nel corso dell’assemblea generale il neo presidente della Federlazio è stato presentato ai rappresentanti della politica e dell’economia laziale, oltre che a numerosi imprenditori dell’associazione; oltre 400 le persone che hanno partecipato all’assise. Nel corso del suo intervento, il neo presidente ha rimarcato ai presenti l’importanza, soprattutto in questo momento, di una sempre più forte “integrazione”.

“Solo l’associazione, in quanto punto di snodo di una fitta trama costituita da migliaia di imprese, può generare quelle ‘economie di aggregazione’ che prendono origine dal fatto che ciascuna impresa associata è inserita in una rete di altre imprese con le quali può scambiare informazioni, esperienze, ma soprattutto forniture, commesse: in una parola concludere affari”. Rossignoli ha anche voluto ribadire l’esigenza di un cambio di mentalità per reagire alla crisi.

“Non ci possiamo rassegnare - ha sottolineato il neo presidente - ad una deriva che, se non adeguatamente contrastata, non può avere altro esito che il lento ridimensionamento della nostra capacità produttiva, dei nostri atout, dei nostri potenziali punti di forza. Credo che la prima cosa da fare sia quella di abbandonare, laddove dovesse ancora permanere, quella rassegnazione che si insinua anche tra di noi e che ci fa ormai accettare la crisi come un dato di fatto naturale e ineliminabile. Questo atteggiamento psicologico alla lunga si trasforma in un fattore che favorisce e anzi acuisce la crisi stessa anziché costituire la premessa per il suo superamento”, ha concluso.

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