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Lavoro: Simoncini, Regioni preoccupate da riordino servizi

19 febbraio 2015 | 14.14
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"Chiederemo incontro urgente con governo su sistema nazionale lavoro", annuncia l'assessore. Intanto il presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino scrive al ministro Poletti sugli ammortizzatori in deroga.

Gianfranco Simoncini  - (foto Labitalia)
Gianfranco Simoncini - (foto Labitalia)

"Oggi andremo ad esprimere alla commissione Lavoro della Camera dei deputati la preoccupazione delle Regioni per il riordino dei servizi all'impiego così come prefigurato sia dalla modifica delle Province e dell’assetto costituzionale, sia dalla riorganizzazione dei servizi per il lavoro secondo quando previsto dal Jobs Act". Lo dice a Labitalia l'assessore al Lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, coordinatore dell'area Lavoro della Conferenza delle Regioni, che alle 14, insieme ad altri rappresentati della Conferenza, parteciperà a un'audizione presso l'XI commissione della Camera, proprio sui servizi per il lavoro.

"Non siamo pregiudizialmente contrari - sottolinea Simoncini - a un'Agenzia nazionale per i servizi all'impiego: per noi essa deve definire gli standard, e deve essere affiancata da Agenzie regionali, radicate sul territorio che sviluppino i servizi. Questo pone un problema serio di investimenti. In Italia abbiamo un operatore di servizi pubblici all'impiego ogni 254 utenti, contro il rapporto 1 a 18 che contraddistingue ad esempio la Gran Bretagna".

Non solo. L'Italia, ricorda l'assessore, "dedica ai servizi per il lavoro solo 0,03% del Pil contro una media europea dello 0,2%". Peraltro, rimarca Simoncini, "anche questi servizi sono stati sostenuti con risorse della programmazione europea, mentre, in piena crisi economica, è stato lasciato alle Regioni l’onere di finanziare gli interventi di politica passiva, al fianco delle azioni per la ricollocazione occupazionale dei lavoratori", a scapito anche della possibilità di investire nelle politiche attive e nel miglioramento dei servizi.

"Ci sono poi problemi -avverte Simoncini- già nell'immediato: le Province hanno difficoltà ad arrivare alla fine dell'anno coi pagamenti degli oltre 7.000 dipendenti dei servizi per l'impiego. E lo stock di dipendenti, va detto, è in diminuzione perché nell'attuale assetto i centri per l'impiego gestiscono sia la formazione sia il lavoro, ma in vista di una separazione delle due competenze (le politiche attive per il lavoro tornerebbero al livello nazionale, la formazione professionale resterebbe alle Regioni, ndr) molti hanno optato già per la formazione".

In questo quadro, spiega Simoncini, "e con un problema sulla cassa integrazione ferma a metà dello scorso anno se non viene attribuito alle Regioni il miliardo che ancora rimane della somma di 2,7 miliardi stanziata dalla legge di stabilità", "le Regioni chiederanno un incontro urgente con il governo sulla definizione dei contenuti del decreto attuativi del Jobs Act relativamente al sistema nazionale del lavoro".

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