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Lavoro: Sindacati, al via agitazione settore termoelettrico, serve tavolo

17 ottobre 2014 | 17.17
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Senza convocazione da parte del governo sciopero e blocco centrali.

Lavoro: Sindacati, al via agitazione settore termoelettrico, serve tavolo

Avvio dello stato di agitazione del settore termoelettrico, per sollecitare al governo l'apertura di un tavolo nazionale sul settore. E' quanto dicono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil che, annunciano, "constatata la gravità della situazione, l’eventuale mancata convocazione è inaccettabile e ci obbligherà a proclamare lo sciopero del settore termoelettrico italiano con la fermata delle centrali elettriche".

"Da tempo le organizzazioni sindacali stanno denunciando che l’effetto più dirompente della crisi nel settore si registra nella filiera della generazione termoelettrica, che negli ultimi 15 anni -spiegano i sindacati- è stata sottoposta a un profondo cambiamento legato a scelte governative alquanto discutibili (privatizzazioni e liberalizzazione), non supportate da un’adeguata strategia energetica nazionale che provvedesse a pianificare anche la produzione elettrica".

"Questo disordine energetico -spiegano le organizzazioni energetiche- ha provocato una perdita occupazionale che, fino ad ora, si può quantificare con molte migliaia di posti di lavoro in meno. Peraltro, in questa fase di incertezza, tutte le aziende hanno bloccato gli investimenti creando grave danno all’intero comparto industriale italiano. In questo contesto, tutte le società del settore, A2A - Acea - Sorgenia - Iren, a causa della carenza di scelte politiche, trovandosi in forte difficoltà, hanno dato avvio a importanti piani di riduzione del personale attraverso gli strumenti della mobilità, dei contratti di solidarietà e dei prepensionamenti".

Secondo i sindacati, "particolare attenzione va posta su Eon, dove da molto tempo denunciamo l’arroganza di un'impresa che non vuole dialogare e il pericolo di una sua vendita 'spezzettata' che avrebbe ripercussioni gravissime sull’occupazione". "Significativa è anche la vicenda di Tirreno Power - proseguono - con il blocco dell’impianto di Vado Ligure per inquinamento, quando i livelli stabiliti per legge non sono mai stati superati. Allarmanti sono poi le dichiarazioni fatte ieri dall'ad di Enel, all’audizione della commissione Industria e riportate da tutti i quotidiani -continuano le organizzazioni sindacali- dove preannuncia chiusure di impianti che vanno, nella tempistica, ben oltre a quanto a suo tempo comunicato".

"Appare perciò evidente non solo una carente comunicazione verso i lavoratori -spiegano Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil- ma soprattutto una repentina accelerazione rispetto a quanto le aziende avevano in precedenza comunicato alle organizzazioni sindacali. Situazione, quella prospettata a suo tempo, che avrebbe permesso una gestione, nel tempo, socialmente sostenibile rispetto a tutti gli effetti provocati dalla chiusura degli impianti".

Per questo, da tempo sollecitiamo, spiegano i sindacati, "al governo l'apertura di un tavolo ministeriale, unitamente alle aziende e alle organizzazioni sindacali, che permetta la salvaguardia di un asset strategico come quello elettrico". "Pertanto, dopo queste premesse, l’apertura del tavolo non è più rinviabile e, al fine di sollecitare il necessario intervento governativo, ci vediamo costretti avviare lo stato di agitazione di tutto il settore termoelettrico italiano", concludono.

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