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Sblocca Italia: sindacati edilizia, montagna ha partorito topolino

11 settembre 2014 | 15.25
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Fillea-Filca-Feneal, in 2015 saranno spesi solo 296 mln dei 3,89 mld di nuove risorse per apertura cantieri.

Sblocca Italia: sindacati edilizia, montagna ha partorito topolino

Sullo 'Sblocca-Italia' "dopo una partenza sprint, la montagna ha partorito un topolino". Così i sindacati di categoria dell'edilizia Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che oggi hanno riunito a Roma quadri e delegati, sul provvedimento del governo per il quale hanno lanciato l'hashtag #nonpossiamostaresereni .

Secondo i sindacati col provvedimento, "entro il 2015 saranno effettivamente spesi solo 296 milioni dei 3,89 miliardi di nuove risorse destinate all`apertura dei cantieri. La cifra arriva a 455 milioni se si considera anche il 2016. Rinviati invece a oltre il 2017 3,5 miliardi di cui 1,4 disponibili nel 2017". Cifre lontane, spiegano Fillea-Filca-Feneal, rispetto a quelle circolate agli inizi di agosto "che prevedevano lo sblocco di 43 miliardi di euro e la liberalizzazione dei lavori in casa". Per questo, spiegano i tre segretari generali dei sindacati Walter Schiavella, Domenico Pesenti e Vito Panzarella, "no, non possiamo stare sereni. A rischio c’è il futuro di un intero settore, di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, delle loro famiglie, dei giovani, di migliaia di imprese grandi, piccole e artigiane".

"E’ ormai da troppi anni -attaccano i sindacati- che si fanno promesse senza poi mantenerle, il nostro settore e la nostra gente non possono più aspettare. Per questo, a partire dal giorno dell’approvazione dello Sblocca Italia, partirà il nostro monitoraggio sullo 'stato di avanzamento' del decreto, che accompagneremo con una campagna di iniziative a livello nazionale e sul territorio. Di questo nostro lavoro daremo conto periodicamente ai lavoratori e alla stampa".

Per i sindacati il provvedimento del governo presenta "virtù con qualche dubbio e vizi". A cominciare dalle "poche risorse, sempre le solite annunciate negli anni scorsi e mai rese disponibili. Di fatto, per il 2015 sono previsti meno di 300 milioni. E inoltre non c’è traccia dell’allentamento selettivo e graduale del patto di stabilità, che potrebbe far partire subito migliaia di piccole opere bloccate dai vincoli. Opere dalla rapida cantierizzazione, che avrebbero un effetto immediato di sollievo per le economie locali".

E per Fillea-Filca-Feneal "ad eccezione delle pochissime opere sbloccate con le norme di semplificazione, di fatto tutte le altre opere, con vincoli di cantierizzazione molto stretti ed improrogabili, di fatto rischiano di non vedere la luce. Salta il regolamento edilizio unico, che avrebbe superato l’attuale 'spezzatino' comunale e consentito di accorpare le norme tecniche edilizie con quelle igienico-sanitarie. La proposta - oltre che da Feneal Filca Feneal, che avevano chiesto anche l’adeguamento dei regolamenti edilizi alle norme sul risparmio energetico - era stata presentata dal Consiglio nazionale degli architetti, ed era contenuta nella prima stesura del decreto".

E per i sindacati, inoltre "manca una ridefinizione del ruolo strategico del Cipe in materia di programmazione e manca una 'cabina di regia' delle opere, con un parallelo accentramento 'cesaristico' dei poteri nelle mani del premier".

Tra le virtù del provvedimento per i sindacati "la priorità agli interventi sulle reti ferroviarie, al terzo valico del Giovi e alle reti delle grandi aree urbane. E ancora la rottamazione e permuta di immobili a bassa prestazione energetica, finalizzata ad aggredire il problema della riqualificazione energetica di interi stabili".

Bene gli "interventi urgenti di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua, in relazione alla criticità ambientale delle aree metropolitane. Peccato che vengano stanziati solo 110 milioni, una goccia nel mare. Bonus fiscale del 20% per chi acquista dal costruttore un’abitazione nuova o ristrutturata, a condizione che venga destinata per otto anni all’affitto con canone concordato".

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