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Siracusa: pm Scavone, ecco come è crollato il marito assassino di Eligia

21 settembre 2015 | 13.14
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Eligia Ardita, la  donna uccisa dal marito
Eligia Ardita, la donna uccisa dal marito

Per otto mesi ha negato ogni coinvolgimento nella morte della giovane moglie, Eligia Ardita, un'infermiera di 38 anni all'ottavo mesi di gravidanza, poi sabato pomeriggio il crollo, tra le lacrime, di Christian Leonardi davanti al magistrato, Fabio Scavone. A raccontare i retroscena di quel drammatico faccia a faccia è lo stesso pm della Procura di Siracusa, Scavone, che coordina l'inchiesta sulla morte della donna da appena tre settimane, solo dallo scorso 29 agosto. In venti giorni il pm Scavone ha scandagliato minuziosamente l'inchiesta aperta il 19 gennaio dopo la morte dell'infermiera. "E' stata un'indagine minuziosa, attenta, non abbiamo tralasciato nulla al caso, nessun particolare", racconta oggi in un'intervista all'Adnkronos.

Il magistrato ricorda quanto accaduto da quella tragica notte del 19 gennaio 2015, quando il marito di Eligia, una bella donna con gli occhi scuri, chiama i soccorsi sostenendo che la moglie si sia sentita male mentre era a letto, fino a sabato scorso quando il marito ha ammesso, tra le lacrime, le sue responsabilità. Christian, la notte in cui muore Eligia, viene creduto. Nessuno può immaginare, in quel momento, che sta mentendo, che è stato lui a inscenare tutto, dopo avere ucciso la moglie durante una violenta lite. All'indomani mattina, il 20 gennaio, insieme con il suocero, Tino Ardita, Christian va da Carabinieri per presentare una denuncia per malasanità. Sostiene che i medici abbiano agito in ritardo. E anche stavolta viene creduto. Scatta l'indagine a carico di due medici e di alcuni infermieri. "Inizialmente - racconta il pm Fabio Scavone - il quadro sembra uno dei tanti casi di malasanità". Ma dopo una serie di accertamenti e gli esami sul referto autoptico, qualcosa inizia a non quadrare.

Ad aprile una prima svolta: "Il consulente della Procura esclude responsabilità dei medici, ma nello stesso tempo non ci sono segni di violenza sul corpo della povera donna - spiega il magistrato - Ci sono però delle ecchimosi sulla teca cranica". A questo punto vengono spazzate via le responsabilità dei medici e inziai a prendere corpo l'ipotesi che ad uccidere la donna sia stata il marito. Leonardi viene così iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. "L'unico elemento indiziario forte, ma contrapposto dalla difesa che smontava totalmente questo assetto, era la responsabilità del marito. Ma era un quadro ancora confuso", dice il pm.

Il magistrato, c'erano molte stranezze comportamentali dell'uomo

Ci sono poi le "stranezze comportamentali dell'uomo", come le definisce lo stesso magistrato Scavone "ma un processo su queste stranezze non si poteva imbastire". Ma quali sono queste 'stranezze'? Perché Chirstian Leonardi arriva, ad esempio, tardi al funerali, oppure perché non tiene una foto della moglie morta, perché manda al suocero una torta con disegnato un fallo. Stranezze, appunto, ma nulla di più. "Archiviata la posizione dei medici - dice Scavone - ci si concentra sul marito". Scavone inizia ad ocuparsi della vicenda solo il 29 agosto, quando assume la direzione delle indagini, che si concludono il 19 settembre con l'arresto di Leonardi per omicidio volontario e procurato aborto.

Ma perché ci sono voluti otto mesi per arrivare alla confessione dell'uomo? "Perché all'inizio c'era stato effettivamente un comportamento dei sanitari atipico - dice il pm Scavone - avevano trasportato al pronto soccorso un cadavere, con l'ipotesi che il feto si potesse salvare. Ma c'erano molte incongruenze". Poi, l'attenzione è stata rivolta all'assassino, il marito. Che ha lanciato l'allarme "solo un'ora dopo la morte della moglie", dopo avere pulito e lavato il luogo dell'omicidio. "C'erano anomalie già dall'inizio - dice il magistrato - ma i medici non fanno i detective, lo hanno rivelato solo dopo. Quando hanno chiarito, hanno parlato anche loro".

La vera svolta è arrivata solo grazie all'intervento del Ris di Messina

La vera svolta è arrivata grazie all'intervento dei Ris di Messina, guidati dall'instancabile colonnello Sergio Schiavone, che ha risolto molti casi difficili grazie alle tecniche all'avanguardia del Reparto di investigazioni scientifiche. Ma anche grazie al lavoro del Reparto territoriale dei Carabinieri di Siracusa. Venerdì i Ris si sono presentati a Siracusa di prima mattina e hanno lasciato la casa di Leonardi solo alle 22. Hanno fatto prelievi per una giornata intera. "Hanno visto che c'erano tracce biologiche su tutta la parete - dice il magistrato Collegando le indicazioni del pronto soccorso, lo scenario era totalmente diverso. Lui parlava di rigurgito mentre dormivano a letto". Anche i genitori di Eligia avevano avuto dubbi dal primo istante. E lo hanno sempre gridato nelle trasmissioni pomeridiane di cronaca ma anche a Chi l'ha visto di Federica Sciarelli.

"I genitori avevano dubito notato delle stranezze ma sono venute a galla dopo - dice lo stesso pm Scavone - Il 20 gennaio il suocero era con il genero a denunciare il fatto. Erano insieme". Venerdì notte, dopo i prelievi del Ris Christian Leonardi ha capito che non aveva più alcuna chance e che ormai era finita." E' crollato - racconta il pm Scavone - Lui sapeva cosa poteva nascondere quella casa, ha cominciato a intuire che non poteva più nascondere ciò che aveva fatto. Ha chiesto di parlare con me e sabato mattina l'ho interrogato per quattro ore". Leonardi, a un certo punto, è crollato. Ha iniziato a piangere e adire che era pentito. "Ha pianto più volte, in preda a un rimorso. Si è pentito, vorrebbe tornare indietro a gennaio", dice il magistrato.Ma ormai è troppo tardi. Domani pomeriggio si terrà l'udienza di convalida davanti al gip Michele Consiglio.

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