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Siria, appello del padre di Vanessa ai rapitori: "Non fatele del male"

12 agosto 2014 | 16.48
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''Chi ha fatto prigioniere lei e Greta dovrebbe ricordare cos'erano a fare lì. Volevano il bene e sarebbe un dramma se qualcuno le ripagasse con il male''. E' il messaggio di Salvatore Marzullo, il papà di una delle due volontarie italiane sequestrate nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto

Siria, appello del padre di Vanessa ai rapitori:

''Vanessa è maggiorenne, una ragazza d'oro, brava e responsabile. Con lei ho cercato di ragionare, di convincerla in tutti i modi a non fare quello che aveva in mente. Ma quando ti rendi conto che tutti i tuoi discorsi, i tuoi ragionamenti e alla fine anche tutte le tue preghiere non vengono ascoltate, cosa puoi fare? Non potevo impedirle di fare quello che voleva. Ho sbagliato? Dovevo legarla?''. Inizia così il racconto al settimanale 'Oggi', da domani in edicola, di Salvatore Marzullo, il padre di Vanessa, la ventunenne volontaria italiana rapita con l'amica ventenne, Greta Ramelli, nel nord della Siria, tra Idlib e Aleppo.

Il padre di Vanessa ricorda quando la figlia aveva iniziato ad aiutare le vittime della guerra civile siriana e come il suo coinvolgimento fosse cresciuto fino a portare lei e Greta a correre dei gravi rischi andando di persona nel Paese.

''Ma Vanessa e Greta non sono due ragazzine superficiali -dice Salvatore Marzullo- mi ha fatto male in questi giorni leggere e ascoltare commenti di persone che le descrivono così. Vanessa è proprio il contrario. È una ragazza profonda che si immedesima nella sofferenza degli altri e non riesce a stare con le mani in mano".

Marzullo lancia un appello ai rapitori: ''Chi ha fatto prigioniere Vanessa e Greta dovrebbe ricordare cos'erano a fare lì. Volevano il bene e sarebbe un dramma se qualcuno le ripagasse con il male''.

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