(Aki) - Per i ribelli si tratta di "burattini", di "attori ingaggiati dal regime in queste elezioni vergognose". Gli oppositori, come gran parte della comunita' internazionale, hanno sempre affermato che l'unico passo che Assad poteva compiere per rendere credibile il processo di transizione politica era quello di dimettersi.
Una prima fase delle elezioni presidenziali si e' gia' svolta la scorsa settimana, quando hanno votato gli espatriati. Il voto era consentito non a tutti i profughi, ma solo a chi si trovasse all'estero con documenti regolari. Solo una manciata di paesi, dal Libano alla Giordania, dalla Russia all'Iran, hanno inoltre acconsentito a organizzare le elezioni sul proprio territorio.
Nonostante questo, i toni del regime sono gia' quelli del trionfo: per il voto all'estero, il premier Wael al-Halaqi ha infatti parlato ieri di una partecipazione al 95% degli aventi diritto.