(Aki) - Il vice ministro degli Esteri iraniano Majid Takht-Ravanchi ha quindi affermarto che la priorita' deve essere quella di accettare che la ribellione ha fallito e che va riportata la stabilita' nel Paese prima delle elezioni presidenziali che si terranno il 3 giugno. ''L'estremismo e la rivolta in Siria devono essere affrontati seriamente da parte della comunita' internazionale. Questi Paesi che stanno sostenendo le forze estremiste devono smetterla di farlo - ha affermato - L'Iran ha buone relazioni con il governo siriano, ma questo non significa che ci ascoltano''. Ravanchi ha quindi smentito che l'Iran abbia fornito armi alle forze della sicurezza siriana e che le Guardie della Rivoluzione abbiano combattutto contro i ribelli in Siria, come sostenuto dalle agenzie di intelligence occidentali. ''L'Iran ha una presenza diplomatica lì. Non è una presenza inusuale. Non abbiamo bisogno di armare il governo siriano'', ha sostenuto.
''Penso che gli americani abbiamo commesso un grande errore in Siria e penso che lo sappiano, anche se non lo ammetteranno mai - ha detto il docente universitario di Teheran Mohammad Marandi - Se nel 2012 avessero accettato il piano di Annan (che preveda che Assad restasse al potere in cambio di un cessate il fuoco e di elezioni monitorate dalla comunita' internazionale, ndr) avremmo potuto evitare tutto questo'', ovvero l'uccisione di almeno 150mila persone e 9 milioni di sfollati. ''Sinceramente l'Iran ritiene che non ci siano altre soluzioni se non quella di sostenere il governo di Assad. Tutto il resto porterebbe al collasso della Siria, che cadrebbe in mano agli estremisti'', ha concluso.
