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Siria, Kobane sotto assedio: centinaia in fuga. Erdogan: "Serve operazione di terra"

07 ottobre 2014 | 13.45
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Oltre 400 vittime in 20 giorni di combattimenti. Conquistati dallo Stato islamico tre quartieri orientali della cittadina a maggioranza curda al confine con la Turchia. Raid aerei contro lo Stato islamico. Manifestazione anti-Is in Turchia: un morto negli scontri con la polizia. Issate le bandiere nere dei jihadisti. Lettera dell'ostaggio americano ai genitori: "Ho paura di morire"

(Infophoto)
(Infophoto)

E' sotto l'assedio dei jihadisti Kobane, la cittadina siriana a maggioranza curda che si trova sul confine con la Turchia. Oltre 400 persone sono rimaste uccise in 20 giorni di combattimenti. Lo hanno riferito sulla loro pagina Facebook gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, un'ong vicina all'opposizione siriana con sede a Londra.

Secondo gli attivisti, tra le vittime si contano combattenti dell'Is e della milizia curda a difesa della città, l'Unità per la protezione del popolo (Ypg), come anche civili. Stando all'Osservatorio, sono 412 le vittime appurate degli scontri, ma il bilancio potrebbe essere anche più grave.

I raid - Per cercare di fermare l'attacco sono stati effettuati raid aerei che hanno colpito tre gruppi di combattenti dello 'Stato islamico' alla periferia sud della città siriana di Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede in Gran Bretagna, come riportato dall'agenzia di stampa Dpa.

Erdogan - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso da Gaziantep, provincia meridionale sul confine con la Siria, trasmesso dalla tv di stato, ha affermato: Kobane "sta per cadere" nelle mani dei jihadisti, la cui avanzata sarà inarrestabile finché non si lancerà una "offensiva di terra".

"Il terrorismo - ha sottolineato - non avrà fine se non coopereremo per una operazione di terra" in Siria. "Sono passati mesi - ha aggiunto - ma non è stato raggiunto alcun risultato, Kobane sta per cadere". "I raid aerei non fermeranno i terroristi dello Stato islamico - ha proseguito Erdogan - Abbiamo bisogno di una no-fly zone, di una fascia di sicurezza e di addestrare ed equipaggiare l'opposizione moderata siriana".

Il vice premier turco Yalcin Akdogan, come riporta il sito web del giornale turco Hurriyet, ha confermato che la Turchia ha chiesto agli Usa di "intensificare" i raid aerei.

Kobane assediata - L'Is ha preso il controllo di tre quartieri della zona orientale, riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio. Dopo intensi scontri con i miliziani curdi delle Unità per la protezione del popolo (Ypg), sono finiti in mano allo Stato islamico i quartieri di Kani Arban e New Maqtalah e la zona industriale di Kobane. Nelle ultime ore, inoltre, centinaia di persone sono state messe in fuga verso il confine turco-siriano.

Gli scontri tra miliziani curdi e jihadisti si sono allargati intanto anche a nuovi quartieri nel sud e nell'ovest della località. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano dei diritti umani, spiegando che l'Is si è ritirato da alcune strade nell'est, ma i combattimenti si sono allargati a zone dell'ovest e del sud, dove sono già finiti in mano ai jihadisti alcuni edifici, tra i quali un ospedale in costruzione.

Centinaia in fuga - Decine di migliaia di siriani si sono radunati sul confine con la Turchia a partire da lunedì notte, dopo essere fuggiti dalle violenze in corso a Kobane. Lo riferisce l'agenzia curdo-turca Firat, secondo la quale gli sfollati si sono riuniti nei pressi dei villaggi frontalieri di Alizer, Qop, Bedhe, Dewsen, Etmanik, Boyde e Siwede.

Scontri in Turchia - La polizia turca si è scontrata in diverse città con i manifestanti che protestano contro l'avanzata dei jihadisti su Kobane. Una persona è morta e almeno due sono rimaste ferite negli scontri a Varto, nell'est della Turchia, tra la polizia e manifestanti. Lo ha riferito il sito web del quotidiano Hurriyet. Hakan Buksur - questo il nome della vittima - aveva 25 anni ed è stato ucciso dai proiettili sparati dalle forze di sicurezza che hanno usato anche cannoni ad acqua e lacrimogeni contro i manifestanti.

E' stato imposto il coprifuoco a partire dalle 17 ora locale in sei distretti della provincia di Mardin, nel sud-est della Turchia.

Scontri si sono registrati lunedì notte anche in diversi quartieri di Istanbul, dopo che i manifestanti hanno innalzato barricate e hanno lanciato sassi e molotov contro la polizia. Nella città sul Bosforo, un bus è stato dato alle fiamme e un agente è rimasto ferito. La polizia è intervenuta per disperdere i manifestanti in molte città a maggioranza curda, come Diyarbakir, Batman, Van, Sirnak, Sanliurfa e Hakkari, tutte vicine al confine con la Siria e a Kobane.

Parroco rapito - I Padri Francescani della Custodia di Terrasanta, in un comunicato diffuso sul loro sito web, hanno riferito che il Fronte al-Nusra, gruppo jihadista legato ad al-Qaeda, ha rapito il parroco Hanna Jallouf e altri uomini nel villaggio cristiano di Qunayeh, nel nord-ovest della Siria. Stando alla nota, che non precisa il numero dei rapiti, le suore francescane che si trovavano nel convento di Qunayeh hanno trovato rifugio in alcune case del villaggio. Il rapimento è avvenuto nella notte del 5 ottobre.

Sta bene Suor Patrizia Guarino, la 80enne suora italiana originaria della provincia di Avellino, missionaria in Siria. ''Non è stata sequestrata. Ci ha telefonato, sta bene ed è rifugiata con l'altra nostra consorella presso una famiglia, vicino alla parrocchia del villaggio cristiano di Qunayeh, nel nord-ovest della Siria'', ha spiegato all'Adnkronos suor Clara, della Casa generalizia delle suore francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria.

Studentesse reclutate - Intanto, le autorità kirghise lanciano l'allarme per l'attività di reclutamento avviata dall'Is fra le studentesse della facoltà di medicina di Osh a cui vengono promessi salari elevati per lavorare come infermiere sul campo in Siria.

Appello di Ban Ki-moon - Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha rivolto un appello per una "azione immediata per proteggere la popolazione civile sotto assedio a Ayn al-Arab", Kobane in curdo.

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