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Siria: martedi' le presidenziali, 'farsa' di un regime che torna forte /Aki (2)

31 maggio 2014 | 13.34
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(Aki) - Anche sul piano internazionale la bilancia pende piu' che mai a favore di Assad. La sua vittoria alle elezioni, praticamente certa, fa morire del tutto la possibilita' di arrivare a un accordo politico con l'opposizione, con la mediazione della comunita' internazionale. E le recenti dimissioni di Lakhdar Brahimi, inviato speciale di Onu e Lega Araba per la Siria, nonche' mediatore nei colloqui di pace che si sono svolti a Ginevra senza produrre esito, sono il chiaro segnale del fallimento di ogni tentativo di soluzione politica.

Poco importa quindi, che al voto potra' partecipare una percentuale molto bassa della popolazione. Secondo le stime del ministero degli Interni di Damasco, sono chiamati alle urne circa 15 milioni di elettori, tra quelli espatriati e quelli tuttora residenti nel paese. Ma le elezioni non si terranno, ad esempio, nelle aree del paese controllate dai ribelli, in particolare nel nord. Alcune citta' riconquistate, come Homs, sono in realta' vuote.

E all'estero, nelle elezioni organizzate due giorni fa nelle ambasciate, hanno potuto partecipare solo profughi ed espatriati in possesso di regolari documenti. Senza contare che solo una manciata di paesi, come Libano, Giordania, Iran e Russia, hanno permesso di organizzare il voto sul loro territorio. Infine Assad ha beneficiato anche della crisi ucraina, che ormai assorbe completamente le energie della diplomazia internazionale. (segue)

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