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Siria: martedi' le presidenziali, 'farsa' di un regime che torna forte /Aki (3)

31 maggio 2014 | 13.35
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(Aki) - Il regime usa quindi i toni della vittoria e della sfida. "Le cose oggi vanno decisamente a favore di Assad", ha commentato Bassem Abu Abdallah, direttore del Centro di studi strategici di Damasco, think tank sostenitore del regime. "Dopo tre anni e mezzo, non abbiamo bisogno dell'Europa ne' degli Stati Uniti, per nessun motivo. Anzi, sono loro ad aver bisogno di noi", ha aggiunto, facendo riferimento a recenti dossier secondo i quali i servizi di intelligence internazionali si sono messi in contatto con il regime per ottenere informazioni sui jihadisti stranieri che combattono in Siria.

La Coalizione nazionale, l'opposizione esterna sostenuta dall'Occidente, sembra del tutto fuori dai giochi. Sul piano politico e' lacerata da divisioni interne e su quello militare non riesce a far fronte alle orde di jihadisti, addestrati, armati e finanziati da paesi 'amici', che ormai imperversano in tutta la Siria. "Il regime voleva portare il paese esattamente a questo punto - ha commentato l'oppositore Joudeh - per poter dire a tutti che non ci sono alternative al suo governo. Oggi la popolazione dice: 'Abbiamo bisogno di calma, di sicurezza e di pane'" e solo il regime sembra in grado di garantire tutto questo.

"Se oggi sosteniamo il regime, non e' certo perche' lo amiamo", ha dichiarato al Washington Post l'avvocato di Damasco Hussam Eddine al-Habbash, convinto di parlare a nome della "maggioranza silenziosa" del paese. "Entrambi i fronti hanno le mani sporche di sangue. Ora ci stringiamo stretti alle braccia piu' forti, ma quando ci sara' una vera alternativa, la appoggeremo".

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