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Siria: Mondiali vietati e niente matrimoni, cosi' si vive a Raqqa sotto l'Isil

23 giugno 2014 | 13.16
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(Aki) - Niente Mondiali, niente narghile', perfino l'amore e' al bando nella citta' siriana di Raqqa, l'unica provincia del Paese ad essere totalmente controllata dai militanti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil). In un rapporto pubblicato dal sito di notizie dell'opposizione 'Tahrir Souri', la popolazione di questa citta', che si trova nel nord-est della Siria, racconta come e' cambiata la vita da quando i barbuti miliziani dell'Isil hanno iniziato a dettare le loro regole, condizionando profondamente la quotidianita' delle persone.

A partire dall'obbligo imposto alle donne di indossare quello che viene definito "abito legale", pena l'arresto, fino al divieto per gli uomini di utilizzare l'immagine di una donna come screen saver del telefono cellulare. Nel mezzo, tutta una serie di norme 'ispirate' alla sharia che legittimano i membri dell'organizzazione a fare irruzione nelle abitazioni per arrestare chi fuma il narghile', come e' accaduto a Muhammad, oppure a sequestrare i teleschermi nei locali pubblici dove in questi giorni la popolazione locale si recava a guardare le partite dei Mondiali di calcio. Anche se, stando alle testimonianze, i miliziani le partite le possono guardare.

Tra le impopolari misure adottate dall'Isil nella martoriata citta' di Raqqa, vi e' anche la recente decisione di imporre la 'zakat', ossia un prelievo sui beni previsto dal Corano, la cui entita' varia a seconda dell'attivita' svolta. Come spiega Abu Ibrahim, ai contadini viene chiesto il 5% del raccolto, mentre ai commercianti una tassa che va dalle tremila lire siriane in su, oltre a una tassa sull'utilizzo dell'acqua. (segue)

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