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Siria: Obama chiede piani a Pentagono ma temporeggia azione militare

29 agosto 2014 | 12.52
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Pressato dalla richieste del Congresso, dall'impazienza degli alleati arabi,e dagli umori contrastanti dell'opinione pubblica riguardo ad un eventuale escalation dell'azione militare Usa contro lo Stato Islamico, Barack Obama temporeggia. Una strategia politica a cui ormai il presidente americano ci ha abituati, ma che rischia di esporlo a nuove critiche, e non solo interne, ed attacchi al comandante in capo debole e riluttante.

"Non abbiamo ancora una strategia" ha ammesso con un raro candore ai giornalisti che gli chiedevano, al termine della riunione del suo consiglio di guerra nella Situation Room della Casa Bianca se fosse pronto ad un'azione militare in Siria. "Non voglio mettere il carro avanti ai buoi" ha poi aggiunto, facendo capire che un escalation dei raid già in corso contro l'Is in Iraq non è imminente.

"L'idea che stiamo elaborando un piano in grande scala per sconfiggere l'Is, e che noi ci muoveremo immediatamente e tenendo il Congresso, che ancora è in vacanza, al buio, non si realizzerà", ha detto. Al Pentagono è stato chiesto, ha aggiunto poi il presidente, di prepare diverse opzioni di piani mentre si lavora ad un'ampia strategia a lungo termine che comprenda azioni militari, politiche, economiche e diplomatiche tese a fermare l'Is. E, cosa che Obama continua a sottolineare, a reclutare alleati nella regione perchè "non agiremo da soli". "Sradicare il cancro dell'is non sarà veloce o facile, ma sono sicuro che potremo farlo lavorando insieme ai nostri alleati", ha concluso. (segue)

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