Uno degli slogan dell'iniziativa è 'A Yarmuk vivono delle persone'
Spazzare via i residui dei bombardamenti nel campo profughi palestinesi di Yarmuk, alla periferia della capitale siriana. E' questo l'obiettivo della campagna 'Noi siamo Yarmuk' promossa da un gruppo di associazioni umanitarie e della società civile presenti nel campo e che si propongono di ripulire le sue strade dai detriti prodotti dai continui bombardamenti con barili-bomba e missili, riaprire le strade sbarrate dalle macerie degli edifici crollati e raccogliere l'immondizia accumulatasi nei vicoli del quartiere.
Questo anche allo scopo di ridare dignità al campo, in quanto "a Yarmuk vivono delle persone", come recita uno degli slogan dell'iniziativa. "Questa campagna è il segno della pazienza e della tenacia della popolazione del campo alla luce delle difficili circostanze che sta attraversando e della sua determinazione a tenere il campo pulito e aperto a tutti", ha spiegato Abu Muadh, responsabile del Comitato benefico Palestina, al corrispondente dell'agenzia turca 'Anadolu'.
Tra le altre associazioni coinvolte figurano il Comitato civile nazionale palestinese, l'Associazione 'Al-Wafa' per il soccorso e lo sviluppo, la Mobilitazione popolare palestinese e altre ancora, oltre a numerosi volontari del posto.
Nel campo di Yarmuk vivono circa 18mila civili in condizioni umanitarie gravissime a causa dell'assedio posto due anni fa dalle forze del regime siriano e dalle milizie palestinesi filo-governative e dei recenti scontri con i gruppi jihadisti.
Sono almeno 167 i civili morti di fame e di stenti nel campo, che è controllato da varie fazioni armate, tra cui la brigata islamica degli Ahrar al-Sham, il Fronte al-Nusra e i palestinesi di Aknaf Bait al-Maqdis, mentre lo Stato islamico, che ne aveva occupato ampie zone nelle scorse settimane, si è ritirato ai margini del campo, dirigendosi verso il quartiere confinante di al-Hajar al-Aswad.