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Siria: scrittore turco, pericoloso gioco di Ankara su Is/Aki

10 ottobre 2014 | 17.01
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Siria: scrittore turco, pericoloso gioco di Ankara su Is/Aki

Il governo turco è impegnato in un "gioco pericoloso" a livello regionale, che spiega come mai "resti a guardare l'assalto dello Stato islamico contro Kobane", la città siriana a maggioranza curda che si trova sul confine con la Turchia. E' l'analisi di Burhan Sonmez, scrittore e attivista politico turco di etnia curda, tra i protagonisti della protesta antigovernativa partita lo scorso anno da Istanbul e propagatasi rapidamente in tutto il paese.

"La Turchia si è sempre opposta all'autonomia dei curdi in Siria - dice l'intellettuale in un'intervista ad Aki-Adnkronos International - e vuole che il sistema dei 'cantoni' creato dai curdi sia distrutto".

"Fin dall'inizio - spiega Sonmez - Ankara ha appoggiato l'opposizione e gruppi radicali armati in Siria. Ma i curdi di Rojava (il Kurdistan siriano, ndr) hanno seguito un proprio modello democratico, diverso dal modello islamico voluto dalla Turchia. Hanno proclamato l'autonomia di tre regioni, chiamandole cantoni, a cui Ankara ora si oppone".

'Erdogan perde controllo situazione, a rischio il suo progetto per il Medio Oriente'

Questo spiegherebbe, secondo l'autore di 'Gli innocenti' (Del Vecchio Editore), le esitazioni del governo turco a intervenire in Siria, esitazioni che sono state contestate anche dagli Stati Uniti e da altri partner della Nato. Per Sonmez, si tratta di qualcosa di più che di semplici esitazioni. "Le autorità turche - dice - sostengono l'assalto dell'Is a Kobane".

Per lo scrittore, la strategia turca rispetto alla Siria rientra in un più ampio progetto regionale del presidente Recep Tayyip Erdogan, che "vuole essere il leader del Medio Oriente", ma ora rischia di essere schiacciato dai suoi stessi "giochi pericolosi".

"All'inizio - dice l'intellettuale, che nel 1996 fu ferito in modo grave in un assalto della polizia turca - Erdogan aveva una politica fondata sul motto 'Zero problemi con i vicini', ma nel tempo questa politica è cambiata in 'Nessun vicino a problemi zero'". Il 'sultano' Erdogan, secondo Sonmez, sta perdendo il controllo della situazione regionale, così come ormai anche all'interno del paese.

'Se cade Kobane niente processo pace, per accordo con i curdi liberare Ocalan'

"La questione di Kobane - dice - ha un grande impatto all'interno della Turchia, basta guardare cosa è successo nei giorni scorsi in molte città curde", dove proteste per la situazione di Kobane e scontri tra gruppi rivali hanno portato alla morte di 31 persone. E in questo caos, anche il processo di pace che il governo aveva lanciato lo scorso anno con i militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) è in bilico. Il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, in carcere dal 1999, ha dichiarato nei giorni scorsi che "se Kobane cade, il processo di pace è finito".

Sonmez non ha dubbi che sia proprio così. "Se Kobane cade - dice - non credo che qualcuno possa più garantire il futuro del processo di pace. Ora la gente è sospettosa sulle reali intenzioni del governo rispetto al processo. Con una mano le autorità turche gestiscono il processo di pace, con l'altra sostengono l'assalto dell'Is a Kobane e ora tutti parlano di crisi di fiducia tra curdi e governo".

Sonmez commenta quindi le voci che circolano in questi giorni sui media sulla possibile liberazione di Ocalan nel quadro dei negoziati di pace, ipotesi sempre smentita dal governo di Ankara. "Si dice da sempre che ci sia una serie accordi in discussione tra Ocalan e le autorità turche - dice lo scrittore - ma nessuno sa quali siano. Se il governo vuole che il processo di pace arrivi a un punto soddisfacente, non credo che possa riuscirci senza la liberazione di Ocalan. Si può dire che questa condizione è uno dei punti principali per il raggiungimento di un accordo".

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