Il segretario Cestaro, servono più regole su appalti publici.
"Questi dati non fanno altro che confermare quello che stiamo dicendo da diverso tempo. Il settore dei call center è eccessivamente esposto a situazioni insostenibili per i lavoratori, specie su tutto il fronte degli appalti, anche pubblici". Così Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, conversando con Labitalia, parla della condizione dei lavoratori dei call center e commenta la ricerca Istat/Isfol sulle professioni, secondo cui sono i telefonisti e gli operatori dei call center i lavoratori più insicuri e insoddisfatti.
Per Cestaro, servono più regole per garantire i diritti dei lavoratori. "Si deve intervenire -spiega- sulla regolamentazione anche negli appalti pubblici, non si possono prevedere gare con il massimo ribasso e che vanno al di sotto dei minimi contrattuali".
E, oltre che i diritti dei lavoratori, nel settore, sottolinea Cestaro, "sono a rischio anche le imprese sane, oneste, quelle che rispettano i diritti dei lavoratori". Oggi nel complesso operano nel settore 80mila addetti, di cui 40mila con gli operatori di gestione telefonica.
"La maggior parte di essi -spiega Cestaro- ha un contrato a progetto e noi l'anno scorso siamo riusciti a firmare un accordo storico che aggancia la retribuzione oraria di questi lavoratori, anche se bassa, al contratto nazionale di lavoro delle telecomunicazioni, in modo che in due tre anni possa raggiungere lo stesso livello".
E il sindacato sta lavorando per creare nuove tutele. "Ci stiamo impegnando per costruire una rete di tutele -sottolinea Cestaro- per i lavoratori nel caso del cambio d'appalto. Ma devono cambiare, ripeto, anche le regole".