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Lavoro: Slc Cgil, valorizzare distretto produzione carta Isola Liri

24 maggio 2016 | 18.21
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Lavoro: Slc Cgil, valorizzare distretto produzione carta Isola Liri

Valorizzare il distretto di produzione della carta di Isola Liri, in provincia di Frosinone. E' questo l'appello lanciato oggi dalla Slc Cgil in occasione del convegno sul sistema produttivo della carta che si è svolto proprio nei locali dell'ex cartiera Boimond a Isola Liri.

"Isola Liri -ricorda il sindacato- è il secondo distretto italiano di produzione della carta, dopo Lucca. Un distretto previsto in prima istanza nel 1999 e istituito ufficialmente nel 2007, cui però mancano ancora gli organismi di governo. Coinvolge 16 comuni, 91 imprese per oltre 2.000 addetti. Una produzione specializzata principalmente in carta e cartone, stampa di libri e giornali, arti grafiche. Un polo strategico per l’industria cartaria perché comprende quasi tutte le lavorazioni previste dalla filiera, che andrebbe valorizzato e sostenuto".

In generale, prosegue, "il cartario è un settore importante all’interno della filiera complessiva della produttività del paese, che rappresenta numeri industriali rilevanti: 206.000 addetti diretti, 500.000 nell’indotto, un fatturato di 31 miliardi di euro con un saldo positivo della bilancia commerciale in costante crescita, un tasso di crescita reale della produzione tra i più elevati del settore manifatturiero italiano".

Nel complesso, quindi, sottolinea, "la filiera italiana della carta 'attiva' coinvolge circa 700.000 addetti in totale, ma soffre, al di là della situazione positiva, per due nodi strutturali rappresentati dai costi energetici e delle materie prime". "Per quanto riguarda i costi relativi all’energia necessaria per alimentare gli stabilimenti, l’Italia rende scarsamente competitive le aziende sul mercato globale, con un’incidenza che supera il 21% sui costi di produzione", spiega.

Inoltre, avverte, "il settore è spesso coinvolto in polemiche prive di fondamento, ritenendolo inquinante e causa di riduzione delle aree boschive; in realtà, conoscendo bene la filiera della produzione della carta, dati alla mano, si può facilmente constatare come il settore della produzione cartaria sia perfettamente compatibile con i migliori indicatori propri della green economy".

"Siamo in fase di rinnovo -chiarisce il sindacato- del contratto nazionale del settore, in cui il costo del lavoro si attesta normalmente tra il 3° e il 4° posto tra i costi industriali, dopo quelli delle materie prime, dell’energia e della logistica; condizione, questa, che certifica l’esigenza di intervenire sugli assetti strutturali del sistema Paese e che indica come il valore delle retribuzioni non possa essere ritenuto un handicap per lo sviluppo e la crescita".

"Un elemento di positività -avverte- riguarda il rafforzamento dei rapporti unitari, grazie anche al Testo unico sulla rappresentanza, che ha affermato senza equivoci la centralità del ccnl. E’ però utile sottolineare un tema, ossia quello che attiene all’equilibrio che assieme dobbiamo ricercare tra contratto nazionale e contrattazione aziendale: se si afferma la centralità del contratto nazionale e, contemporaneamente, il valore del contratto aziendale, al fine di evitare che uno dei due livelli 'soffochi' l’altro, è necessario perimetrare i confini entro cui indirizzare le negoziazioni".

"Abbiamo un sistema di relazioni industriali -ricorda la Slc Cgil- a livello nazionale particolarmente positivo che, pur nella naturale diversità di interessi rappresentati, ci ha consentito di chiudere positivamente tanti contratti nazionali, ma ci ha permesso anche di avanzare proposte comuni a favore del settore nei confronti dei governi che negli anni si sono succeduti. E abbiamo un livello di contrattazione aziendale molto avanzato che valorizza le rsu e le nostre strutture sindacali territoriali".

"Occorre che -auspica- queste due positività, crescendo, non finiscano per confliggere tra loro: ne va dei nostri ruoli, ma soprattutto delle tutele delle persone che vogliamo rappresentare. Nella nostre federazioni e forse, in particolare, nei nostri settori industriali, l’azione unitaria, che noi consideriamo importante anche per le nostre controparti, ha sempre avuto grande fluidità e ha trovato spesso, grazie al pragmatismo e la ragionevolezza dei suoi gruppi dirigenti tutti, a cominciare dalle rsu, le strade per perseguire soluzioni che invece, altrove non sempre è stato possibile trovare".

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