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Smog: contro l'aumento riflettori sui nuovi carburanti bio

03 ottobre 2016 | 17.51
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Smog: contro l'aumento riflettori sui nuovi carburanti bio

Nuovi carburanti 'bio' e rinnovabili per migliorare la qualità dell'aria, inquinamento urbano e traffico veicolare, a seguito della Cop21 di Parigi. Sono i temi del workshop tenutosi questa mattina presso la Fondazione Eni di Corso Magenta, a Milano. Tra i presenti il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, l'assessore Marco Granelli del comune di Milano, Alberto Clò, coordinatore scientifico del Rie, Stefano Cernuschi del Politecnico di Milano, Enrico Pisino, Fiat Chrysler Automobiles, Giuseppe Ricci e Giacomo Rispoli di Eni.

"Il ruolo della città su questo tema - ha sostenuto Alberto Clò - è imprescindibile. Milano ha fatto molto per la rilevanza di sistema intermodale e per i miglioramenti che ha ottenuto, sulla qualità dell'aria. Ma per fare ulteriori progressi, dopo Parigi, ci vuole una mobilitazione collettiva".

Nell'inquinamento atmosferico urbano e sul traffico veicolare, i trasporti "pesano per il 24% nel contesto europeo", dati riferiti al 2014 della commissione europea, "confermando una variazione di +2,5% dal 1990 al 2014, nelle emissioni dell'aria", dato in controtendenza con "tutte le altre riduzioni". Lo ha spiegato Stefano Cernuschi del Politecnico di Milano, precisando che i dati evidenziano anche un "ruolo chiave che assume la combustione domestica, nell'ambito delle polveri sottili". Per la città di Milano, il traffico "è responsabile delle emissioni per il 68%, mentre per il 18% gli idrocarburi volatili e infine per un terzo la Co2, per i due terzi del quale le auto sono responsabili".

Giacomo Rispoli, ingegnere di Eni, ha sottolineato che se da un lato motori ibridi "più efficienti" sono la risposta dell’industria automobilistica, dall'altro combustibili riformulati e a minore impatto ambientale sono la soluzione del mondo della raffinazione, che negli ultimi anni "ha dovuto fare i conti" con una crisi strutturale europea, "causata dall'eccesso di capacità e dall'accresciuta concorrenza internazionale", resa "più ardua" dai vincoli ambientali fissati dall'Unione Europea, relativi ai processi di raffinazione e alla qualità dei prodotti finiti. La sinergia, conclude, tra questi due grandi settori "potrà portare ulteriori benefici, oltre allo sviluppo della metanizzazione per riscaldamento e, in generale, le azioni di riduzione del rapporto carbonio/idrogeno nei combustibili".

Secondo il calcolo di una ricerca Eni, se in Italia tutte le auto diesel utilizzassero Eni Diesel+, le emissioni di anidride carbonica si ridurrebbero di 2,7 milioni di tonnellate, circa il 5% del totale. "L’utilizzo di Eni Diesel+ - conclude Rispoli - benché non rappresenti la soluzione definitiva al problema della qualità dell’aria può sicuramente contribuire, alla riduzione delle emissioni veicolari".

Sul post Cop21 di Parigi, il ministro all'Ambiente Galletti, ha ricordato che dopo otto mesi, "siamo vicinissimi" all'entrata in vigore dell'accordo e che l'Italia pesa per lo 0.8% delle emissioni globali. "L'accordo di Parigi - dice - è stato un successo, grazie a una metodologia molto diversa da quella utilizzata a Kyoto. Si è chiesto infatti ai Paesi per quanto erano disponibili a contribuire, mentre a Kyoto, era un'imposizione dell'Onu". Il ministro ricorda che l'Italia ha preso l'"impegno molto forte" di ridurre entro il 2030 il 40% della Co2. Di questo 40% di riduzione, il 43% fa riferimento al sistema industriale, mentre il 30% a trasporti e energia. La governance dell'accordo, sottolinea Galletti, "è virtuosa" nel tempo. "Parigi - aggiunge - non rappresenta in assoluto il risultato migliore, ma rappresenta il risultato migliore possibile".

Il ministro ha concluso precisando che l'Italia è disposta a continuare nella riduzione delle emissioni di Co2, ma "serve un'equa distribuzione tra i Paesi. "E' giusto -ha sottolineato - che chi ha fatto di più veda riconosciuti i propri sforzi. Poi è chiaro che, se ci sarà da fare, noi ci saremo eccome, ma non siamo più disponibili a mettere a repentaglio la nostra concorrenza".

A chiudere il convegno è stato Giuseppe Ricci, che ha spiegato che la strategia di Eni si muove in tre direzioni: prodotti migliorativi, utilizzo della mobilità condivisa per limitare il traffico e favorire trasporto di mezzi pesanti, "utilizzando il gas metano liquefatto, come carburante, anziché diesel tradizionale".

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