Negli ultimi cinque anni Twitter è diventato il canale privilegiato della diplomazia digitale condotta da leader mondiali e governi. Secondo lo studio Twiplomacy, un’analisi annuale della presenza dei leader sui social realizzata da Burson-Marsteller, Twitter è il social più usato dai capi di stato e di governo di 173 paesi, che rappresentano il 90% dei membri dell’Onu. Al secondo posto si trova Facebook, con un totale di 169 governi muniti della propria pagina ufficiale. Tuttavia, su Facebook i leader godono mediamente del doppio dei follower rispetto a Twitter.
Youtube risulta terzo tra le piattaforme social (78% degli stati membri dell’Onu), seguito da Instagram (70%). Mentre la comunicazione su Twitter è basata principalmente sul testo e gli elementi visivi sono secondari, Instagram si fonda sulla condivisione di immagini, con elementi testuali ridotti allo stretto necessario. I governi che dispongono di ampi team dedicati ai social media si affidano anche a canali di comunicazione più visivi quali Vine e Snapchat, entrambi rivolti a un pubblico molto giovane, mentre gli esecutivi che non hanno le tecnologie per trasmettere su larga scala, principalmente in America Latina, stanno valorizzando Periscope e Facebook Live per trasmettere le proprie conferenze stampa.
In passato Twiplomacy si è concentrato esclusivamente su Twitter, mentre l’edizione 2016 è stata ampliata ad altri social quali Facebook, Instagram, YouTube e a canali più di nicchia della diplomazia digitale quali Snapchat, LinkedIn, Google+, Periscope e Vine. Il sito dello studio offre anche classifiche in costante aggiornamento e il primo atlante dei social media per Paese mai realizzato.