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Pmi: Api Torino, primi segnali ripresa ma non abbassare la guardia (2)

24 marzo 2014 | 14.45
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"Una parte significativa delle nostre imprese - prosegue Alberto - prevede di investire e di accrescere l'occupazione nei prossimi mesi. E' il segnale che noi non vogliamo rinunciare allo sviluppo e alla crescita. Permane tuttavia una consistente porzione di aziende in grande difficoltà: è per esempio ancora forte la quota di imprese che vantano crediti scaduti. Questo è un punto decisivo da affrontare e risolvere per il rilancio della domanda interna. Ciò che chiediamo - conclude - non è un aiuto incondizionato, ma la possibilità di abbattere per davvero i nostri costi di produzione, di vedere concrete azioni per il rilancio della domanda interna oltre che strumenti efficaci per migliorare le nostre esportazioni".

Nel dettaglio, lo studio rileva che le imprese che guardano alla situazione con ottimismo sono passate dal 35,1% al 39,4 (il 41,8 fra quelle che esportano). In crescita, però, anche la percentuale dei pessimisti: dal 27% di dicembre al 29,7% di marzo 2014. Più pessimiste, come già in passato, le imprese che operano solo sul mercato italiano. Per quanto riguarda le previsioni su ordini, fatturato e produzione sono in miglioramento rispetto alle attese formulate in dicembre, anche se quelle sui livelli di fatturato crescono con minore intensità. Oggi, il 35,8% delle imprese prevede un aumento degli ordini, il 30,1% di fatturato e il 34,4% della produzione. Rimangono positive le attese per gli ordini esteri e negative (-8%), quelle riferite alla domanda interna. (segue)

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