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Imprese: Confartigianato, 900 milioni in piu' nella bolletta delle Pmi

17 aprile 2014 | 14.13
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Una bolletta elettrica da 900 milioni di euro per un anno e mezzo di attività. E' quanto dovranno pagare le piccole imprese e le famiglie italiane tra il secondo semestre 2013 e tutto il 2014, per coprire l'agevolazione fiscale sull'energia concessa a circa 3 mila grandi aziende. Lo denuncia la Confartigianato, che oggi a Milano ha mostrato i riultati dello studio condotto sugli effetti del decreto 5 aprile 2013 firmato dal governo Monti e dal ministro Passera, contro il quale l'unione degli artigiani ha presentato ricorso al Tar della Lombardia.

"L'agevolazione -spiega Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato- esclude in radice le piccole imprese, perché è concessa sulla base di una soglia minima di consumo che identifica solo grandi imprese (2,4 miliardi di kWh)". Secondo lo studio dell'unione degli artigiani, il peso degli oneri di sistema nella bolletta di una Pmi sale così del 16,1%, pari a 600 milioni in più per il 2014 a cui si aggiungono i 300 milioni del secondo semestre 2013. "In definitiva -aggiunge Enrico Quintavalle, responsabile ufficio studi- le 98mila piccole imprese italiane pagano per gli sgravi concessi a 2.986 grandi aziende, cioè per lo 0,07% del totale".

Obiettivo dell'iniziativa al Tar è l'annullamento della delibera 641/2013 dell'Authority per l'energia che applica il decreto Monti-Passera e introduce la componente "Ae" nella bolletta delle imprese e delle famiglie. Che per una piccola impresa tipo rappresenta un costo aggiuntivo di 684 euro all'anno.

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