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Turisti presi per la gola, spesi a tavola un terzo dei 73 mld usati per le vacanze

01 marzo 2014 | 16.11
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Turisti presi per la gola, spesi a tavola un terzo dei 73 mld usati per le vacanze

E' il cibo il vero traino del turismo in Italia. Ben un terzo dei 73 miliardi di euro spesi nel 2013 durante le vacanze nel nostro Paese sono stati utilizzati per mangiare o acquistare alimenti tipici del made in Italy. Lo rileva un'analisi sull'impatto economico dei consumi turistici nel 2013 effettuata dall'Osservatorio sul turismo di Unioncamere e Isnart.

In particolare, gli acquisti di prodotti agroalimentari da parte dei turisti italiani e stranieri sono l'unica voce di spesa che non solo non ha conosciuto crisi, ma ha anzi registrato un incremento straordinario proprio in questi ultimi anni: 11,7 miliardi di euro nel 2013, +65,9% rispetto al 2008 e +14,1% rispetto al 2012. ''L'analisi conferma la tendenza da parte dei consumatori a ricercare la convenienza e il miglior rapporto prezzo/qualità per gli aspetti primari della vacanza, quali quelli dell'alloggio e ristorazione'', sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.

''Questo consente ai visitatori del nostro Paese - rileva Dardanello - di poter dirottare parte della spesa prevista verso quegli aspetti più esperienziali della vacanza, legati ai prodotti agroalimentari, del sistema moda e dell'artigianato ed alla cultura e storia dei territori''.

Gli oltre 831 mln di presenze turistiche stimate per lo scorso anno (60,9% italiane e 39,1% straniere) hanno generato un impatto economico sul settore dell'alloggio e della ristorazione ma anche sugli altri comparti che compongono le principali voci di spesa dei turisti pari a 73 mld di euro. Rispetto al 2012, si registra una contrazione sia dei flussi (-3,9%), sia dei consumi (-2%), dovuta unicamente alla riduzione delle spese degli italiani (-3,9%), mentre quelle degli stranieri risultano in contenuto aumento (+0,7%).

Dei 73 mld di euro spesi dai turisti durante il soggiorno in Italia, il 39,9% è stato utilizzato nel settore dell'alloggio e della ristorazione e il restante 60,1% negli altri settori. In particolare: il 18,7% nelle attività ricreative e culturali, il 16,1% nell'agroalimentare, il 10,4% nelle altre industrie manifatturiere, il 10,4% nell'abbigliamento e calzature, il 2,3% nell'editoria e il 2,1% nei trasporti. Rispetto al 2012 diminuiscono i consumi della ristorazione (-15,1%) e dell'alloggio (-17,9%); aumentano invece le spese destinate all'abbigliamento e alle calzature (+15,1%), al settore agroalimentare (+14,1%) e alle attività ricreative (+4,9%).

Rispetto a quanto registrato nel 2008, quando il volume dei consumi turistici superava i 77 mld di euro, la complessiva diminuzione della spesa (-5,7%) ha investito tutti i comparti economici ad esclusione di quello agroalimentare, che cresce del 65,9% per un totale di oltre 11,7 mld di euro spesi dai turisti in negozi tipici e supermercati nei luoghi di vacanza.

La spesa pro-capite media al giorno dei turisti in Italia è stata pari a 47 euro per l'alloggio e a 75 per tutti gli altri acquisti effettuati sul territorio. A prescindere dalla tipologia di alloggio scelta (strutture ricettive piuttosto che abitazioni private), ovviamente i consumi agroalimentari sono la prima voce di spesa di quanti visitano il nostro Paese: il 67,5% infatti frequenta ristoranti e pizzerie (nei quali spende mediamente circa 16 euro a persona) e il 68,3% si intrattiene nei bar, caffè e pasticcerie (consumando circa 6 euro al giorno).

Una quota prossima alle precedenti, poi, acquista cibo e bevande nei supermercati e negozi (60,4% per 23 euro) mentre un ulteriore 32% dei visitatori sceglie di portare a casa, magari come ricordo dell'esperienza di viaggio, prodotti enogastronomici tipici (con una spesa di circa 10 euro pro-capite).

Se l'arrivo dei turisti ha quindi un significativo impatto sul settore della ristorazione e su quello agroalimentare, consistente è il beneficio che esso apporta anche ai fatturati del Sistema moda e all'artigianato. Il 34,3% di turisti che hanno effettuato una vacanza nel nostro Paese lo scorso anno (36,3% gli stranieri) ha infatti speso in media al giorno circa 17 euro per l'abbigliamento; il 17,5% (18,6% gli stranieri) ha speso 16 euro per le calzature; il 30,7%, infine, ha acquistato souvenir dal prezzo di 8 euro ed il 20,6% ha scelto prodotti dell'artigianato tipico (pagando 10 euro).

Tra le altre voci di spesa, figurano poi l'intrattenimento in cinema e discoteche (vi si sono dedicati il 32,6% dei visitatori spendendo mediamente 19 euro al giorno pro-capite), le spese culturali per l'ingresso a musei e monumenti (contemplate dal 19,7% dei turisti e stimate in 13 euro al giorno per persona) e spettacoli teatrali e concerti (17,3% per 8 euro).

Escludendo i costi di viaggio e quelli di alloggio, se la spesa media dei turisti italiani ha conosciuto nel 2013 un buon recupero rispetto al 2012 (72 euro pro-capite al giorno a fronte dei 67 dello scorso anno), ma è rimasta ancora al di sotto di quella del 2008 (81 euro), in sensibile aumento risulta invece quella degli stranieri: 78 euro al giorno, a fronte dei 69 del 2012 e dei 72 di 5 anni prima.

Includendo nel computo anche i costi sostenuti per l'alloggio, i più 'spendaccioni' nel 2013 sono stati i russi (149,48 euro pro-capite a fronte di una media di 102,33 euro) seguiti dai Giapponesi (122 euro), dagli Spagnoli (111,17), dai Britannici (105,14), dai Tedeschi (104,42) e dagli Statunitensi (102,34). Sotto la media, invece, Francesi (98,33), Svizzeri (96,57), Austriaci (95,48) e infine Olandesi (83,54).

Adusbef e Federconsumatori , commentando i dati che evidenziano ''un drammatico calo del consumo turistico'' chiedono di ''rilanciare il settore turistico per contribuire alla ripresa dell'economia''.

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