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Inps: sotto i 700 euro oltre 6 milioni di pensionati

08 luglio 2014 | 12.38
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Relazione al Parlamento del commissario Vittorio Conti: "L'architettura di riferimento del sistema previdenziale pubblico sia più flessibile ma con regole certe. Serve fugare i timori e le incertezze create da riforme incalzanti e severe"

(Adnkronos)
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Dei 14,3 milioni pensionati Inps calcolati nel 2013, al netto dei beneficiari di rendite assistenziali, in 6,2 milioni hanno ricevuto un assegno mensile che non supera i 700 euro lordi. E' quanto emerge dalla relazione del Commissario Inps, Vittorio Conti, presentata al Parlamento.

Più in particolare, 5 milioni di pensionati hanno percepito una rendita media di 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni di soli 294 euro lordi. Sono invece circa 4 milioni, circa il 25,8% del totale, le pensioni che oscillano, al lordo, tra i mille ed i 1.500 euro. In 2,3 milioni, il 15%, percepiscono invece un assegno tra 1.500 ed i 2.000 euro. Oltre 1,2 milioni le pensioni tra i 2.000 ed i 2.500 euro lordi mensili; 553 mila le pensioni comprese tra i 2.500 ed i 2.900 euro e 676mila, il 4,3%, quelle dai 3mila euro ed oltre.

In calo le pensioni di anzianità e di vecchiaia - Tra i dipendenti pubblici le pensioni di anzianità e quelle di vecchiaia, liquidate nel 2013, e decorrenti nello stesso anno, diminuiscono rispettivamente del 49% e del 50% rispetto al 2012. L'età media di ingresso al pensionamento di anzianità ora è di 61 anni, con un'anzianità contributiva pari in media a 39,6 anni, mentre per le nuove pensioni di vecchiaia l'età media dei titolari alla decorrenza è di 65 anni con un anzianità contributiva media di 32,4 anni.

Nel settore privato, invece, per il quale sono state liquidate 505.142 pensioni di cui il 58,5% per lavoro dipendente , il calo delle pensioni di anzianità è stato pari al 32% e del 57% per quel che riguarda gli assegni di vecchiaia rispetto al 2012 a causa dell'elevazione del requisito di anzianità contributiva per le prime e dell'innalzamento dell'età pensionabile per le seconde. I titolari delle nuove pensioni di anzianità, dice l'Inps, possiedono un'età media alla decorrenza di 59,3 anni e un'anzianità contributiva pari in media a 39,7 anni. Per le nuove pensioni di vecchiaia, invece l'età media dei titolari alla decorrenza è di 63,8 anni con un'anzianità contributiva pari in media a 25,1 anni.

Dati in aumento invece per i lavoratori autonomi: del +23,7% per quel che riguarda l'anzianità e del +12,1% per la vecchiaia, dovuti ad un effetto di trascinamento della disciplina antecedente la riforma Monti Fornero, con lo sblocco della ''finestra mobile''.

Il Commissario Inps, Vittorio Conti, apre a una revisione del sistema previdenziale. "Tra le precondizioni per un sistema ordinato e sinergico va segnalata la necessità che l'architettura di riferimento del sistema previdenziale pubblico sia più flessibile, con riferimento a tempi e modi di uscita dal mercato del lavoro, ma stabile nel tempo, almeno dal momento in cui il lavoratore è nelle condizioni di poter avviare la pianificazione del proprio futuro", spiega.

"I cambiamenti delle regole a gioco già iniziato, infatti- aggiunge- possono vanificare gli sforzi, creare incertezza sugli esiti finali e minare così la convinzione di poter incidere attivamente sulle prospettive pensionistiche a tendere. Ciò può indurre a non decidere o, peggio, a farlo sulla scorta di suggestioni e criteri irrazionali".

La stagione di riforme previdenziali dal 2009 al 2011, imposta dall'emergenza di garantire sostenibilità finanziaria al sistema, è stata, per Conti, "così incalzante e severa da insinuare nella collettività incertezze sulla tenuta delle legittime attese previdenziali, timori che ora è necessario dissipare assicurando stabilità al quadro di riferimento per poter riavviare un processo virtuoso".

Per Conti, dunque, "è opportuno inserire elementi di flessibilità che consentano di rendere più equa la nuova architettura". E questo "a partire dai i lavoratori precoci e per i lavori usuranti", aggiunge guardando anche agli esodati. "Si sta discutendo anche sulle soluzioni di salvaguardia per i lavoratori esodati che più di altri hanno subìto gli effetti dell'ultima riforma, con particolare riferimento ai gap temporali che si sono aperti tra fine lavoro e decorrenza della pensione".

Cig - Tra il 2009 ed il 2013 la Cassa integrazione ha superato, in media, il miliardo di ore autorizzate all'anno; 816 mln di ore in piu' del 2007, all'alba della crisi, che registrò 184 mln di ore concesse.

Disoccupazione e mobilità'- Quasi 1milione e mezzo, nel solo 2013, i beneficiari di mobilità, disoccupazione, Aspi e Miniaspi. Oltre 54mila fabbriche hanno chiuso e sono stati circa 500mila i posti persi. Triplicate, da 15 mila a 44 mila, le aziende che dal 2008 hanno ottenuto dilazioni di pagamento dei contributi previdenziali.

Sostegno al reddito - Nel 2014, le prestazioni per assistenza sociale e sostegno al reddito sono pari al 5,4% del Pil, contro il 13,7% della previdenza. La Relazione Inps fa il punto sull'impatto sulla crisi che dal 2007 al 2013 ha determinato una flessione di 332 mila pensioni private, di cui 157 mila nell'ultimo anno, ed incrementato i volumi delle prestazioni assistenziali e della spesa per il sostegno al reddito passata, questa, dai 15,7 miliardi del 2007 ai 33,9 del 2013. La spesa erogata agli invalidi civili è cresciuta nello stesso periodo da 14,4 miliardi di euro (per 2,4 milioni di prestazioni) a 17,4 (per 2,8 milioni di prestazioni).

Lavoro nero - Migliora l'attività di vigilanza contro il lavoro nero. Gli accertamenti effettuati sono stati 71.821 e i lavoratori in nero e irregolari scoperti 86.499, il 24,7% in più rispetto al 2012, per un'evasione complessiva accertata di 1,2 miliardi di euro (+12,8% rispetto al 2012).

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