I vincoli di bilancio Ue, ma anche le inefficienze della burocrazia e la percezione negativa che lo Stato ha delle imprese sono delle zavorre al rilancio degli investimenti e all'uso dei fondi europei. E' quanto sottolinea il presidente di Confindustria Campania, Sabino Basso sulla scia delle dichiarazione dell'ad di Invitalia Domenico Arcuri secondo il quale le regioni sono imbrigliate dalla burocrazia.
"Si tratta di un tema annoso che riguarda un po' tutte le regioni italiane", spiega Basso all'Adnkronos, passando in ressegna le principali cause che frenano gli investimenti. "Innanzitutto una delle cause è il Patto di stabilità interno che non permette di sforare. Il bilancio della regione è votato alla spesa sanitaria - osserva - quindi se si investe su altre voci si va in rosso. Il Patto va dunque rivisto perchè limita le regioni". A questo si aggiunge "l'inefficienza della macchina pubblica, della burocrazia, che associato ai vincoli di bilancio Ue, crea un mix perfetto per rimandare indietro i soldi all'Europa". Ma a pesare anche le "fideiussioni bancarie, difficili da garantire", sottolinea il confindustriale.
"Invitalia - prosegue Basso - riesce bene nei suoi investimenti perché lavora con imprese grandi e consolidate, con progetti importanti. Le regioni invece hanno una platea diversa, con aziende di tutte le dimensioni e le start up, per esempio, e su 100 progetti capita che solo 1 riesca a completare l'investimento". Il presidente degli industriali campani cita infine un ultimo problema, "il male di tutti mali", lo definisce. Si tratta del "sentimento negativo che ha lo Stato verso le imprese. C'è una presunzione di colpevolezza che emerge anche durante le ispezioni nelle aziende, e questo non va bene perchè le imprese sono un 'luogo privato di pubblica utilità'. Quando questa percezione negativa verrà smontata - conclude - allora arriveranno gli investimenti, anche senza i fondi Ue. ".
