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Lavoro: su art. 18 posizione Confindustria non cambia, attesa per legge delega

17 agosto 2014 | 18.15
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La posizione di Confindustria sull'articolo 18 "non è cambiata e non cambia" e "c'è attesa", invece, per come come muterà complessivamente lo scenario del mercato del lavoro con la legge delega attualmente in discussione al Senato. Così si sottolinea in ambienti vicini alla presidenza di viale dell'Astronomia, mentre in Italia prosegue e si accende nuovamente il dibattito sullo statuto dei lavoratori. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato in un'intervista al Corsera che abolire l'articolo 18 non serve ("se ci infiliamo nel solito braccio di ferro non portiamo a casa nulla") dopo che il ministro Alfano e gran parte dell'Ncd hanno chiesto la sua abolizione, cosa che non sembra, in ogni caso, nei piani dell'Esecutivo.

Giorgio Squinzi attualmente è all'estero e rientrerà in Italia a ridosso del 29 agosto, quando interverrà in mattinata al meeting di Rimini - poco prima del consiglio dei ministri - per il dibattito 'Riformare l'Italia: la responsabilità della società civile', occasione in cui dovrebbe dire la sua sui tanti temi economici che hanno animato il dibattito politico di agosto. A giugno, conversando proprio con il ministro Poletti a Santa Margherita Ligure per il convegno dei giovani di Confindustria, il presidente aveva dichiarato, sul lavoro, che "le riforme vanno fatte ora e subito, già nei prossimi mesi, altrimenti la possibilità di far ripartire l'economia e di creare occupazione per i giovani, resterà solo un'illusione".

Quanto ai contratti, l'ideale sarebbe un contratto a tempo indeterminato "conveniente per le imprese: un contratto - aveva detto - a tempo indeterminato vantaggioso, con le giuste flessibilità, che ci permettano di investire sui nostri collaboratori". Di pochi mesi prima, invece, il suo 'placet' alla proposta di Matteo Renzi di abolire l'art.18 per i neoassunti ("una proposta che va nella direzione giusta", aveva affermato). Direzione che è quella di una sempre maggior flessibilità per sconfiggere la disoccupazione giovanile e recuperare competitività in Europa. (segue)

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