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"Marchionne vuole una Ferrari vincente per affrontare Wall Street"

08 settembre 2014 | 17.44
LETTURA: 3 minuti

Parla Giuseppe Berta, storico della Bocconi ed ex responsabile dell'archivio del Lingotto: "Cavallino vincente è necessità dell'Ad della Fiat che punta a sfruttare le potenzialità del marchio". Marchionne boccia Montezemolo: "Nessuno è indispensabile"

Una Ferrari "strettamente legata a Fiat" e, magari, "vincente". Dietro l'affondo di Sergio Marchionne nei confronti di Luca Cordero di Montezemolo c'è l'esigenza di sfruttare tutte le potenzialità, commerciali e sportive, del marchio di Maranello a sostegno della quotazione Fiat a Wall Street.

Lo sostiene, interpellato dal'Adnkronos, Giuseppe Berta, storico della Bocconi ed ex responsabile dell'archivio Fiat. Si tratta, spiega, di un'esigenza che impone un avvicendamento al vertice anche per il rapporto "appesantito dal tempo" tra Montezemolo e il Cavallino rampante.

Per questo, secondo Berta, il prossimo presidente di Ferrari "può essere John Elkann, per stringere il legame tra proprietà e marchio almeno in una soluzione di transizione". Marchionne, infatti, "ha l'obiettivo ravvicinato della quotazione a Wall Street, il 13 ottobre, e dopo la questione recessi vuole fare un'operazione brillante". In questo senso, "poter mettere il marchio Ferrari sullo sfondo aggiunge immediato valore". E, anche "al di là dei risultati sportivi men che mediocri", secondo lo storico, "c'è la necessità di rendere più evidente il legame con Fiat Chrysler" perchè "parlare di un polo di alta qualità e lusso avendo il marchio Ferrari accostato a quello Fiat è tutta un'altra cosa". In questo scenario, "mantenere l'aristocratico isolamento di Maranello della gestione Montezemolo non è più funzionale" al progetto complessivo di Fiat: Marchionne "ha bisogno di una Ferrari che riverberi un'immagine di altissima qualità su Fca e recuperi anche il risultato sportivo agli occhi del mondo".

E non a caso, ragiona Berta, "è in corso un braccio di ferro da tempo", con Montezemolo diventato "progressivamente meno centrale all'interno del sistema Fiat". La sua, ricorda lo storico, "è stata una figura importante quando alla morte di Umberto Agnelli la famiglia ha avuto bisogno di un esponente con spiccate capacità di relazione".

Oggi, invece, il suo ruolo "è di fatto venuto meno". E Marchionne l'ha ufficializzato con il suo stile.

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