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Crisi: chiudono 13 allevamenti al mese,siglato a Brescia 'piano salva stalle'

29 novembre 2014 | 21.14
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Il momento della firma. Con l'assessore Fava, i ministri Martina e  Galletti e i presidenti Coldiretti e Coldiretti Lombardia
Il momento della firma. Con l'assessore Fava, i ministri Martina e Galletti e i presidenti Coldiretti e Coldiretti Lombardia

Un 'piano salva stalle' per la zootecnia della Pianura padana. Il documento è stato siglato oggi a Provaglio d’Iseo (Brescia) dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, dal presidente della Coldiretti regionale Ettore Prandini e dai ministri all’Agricoltura Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti nell’ambito del forum 'Made in Italy dopo Expo 2015'. Il piano prevede che entro 45 giorni il governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento.

"Si tratta di un passo importante per la salvezza di un settore fondamentale per l’economica lombarda e italiana - spiega Prandini-. Dobbiamo evitare che chiudano centinaia di aziende in tutto il nord Italia con contraccolpi drammatici sia sui livelli occupazionali che sulla produzione agricola". In Lombardia, dove si munge il 40 per cento di tutto il latte italiano e dove si alleva la metà di tutti i suini a livello nazionale, le stalle di bovini e suini sono passate - secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe zootecnica analizzati da Coldiretti - da 24.422 a 24.262: con un calo medio di 13 al mese.

"La mancata revisione delle zone vulnerabili sarebbe un colpo mortale - aggiunge Prandini – anche perché gli ultimi studi dimostrano che l’agricoltura ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali. La verità è che l’espansione edilizia degli ultimi anni ha non solo consumato suolo, ma anche stravolto gli equilibri ambientali dei nostri territori. E adesso una mappa vecchia di 20 anni rischia di danneggiare la nostra economia mettendo in ginocchio la zootecnia senza per questo risolvere il problema". La situazione è di un generale calo – spiega la Coldiretti regionale in particolare nelle province a maggiore vocazione zootecnica.

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