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Il Governo non pensa di sforare il 3%. Padoan: "Sbagliato che possa produrre crescita"

09 dicembre 2014 | 09.52
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Il ministro dell’Economia dopo il via libera dell’Eurogruppo alla bozza di bilancio italiana per il 2015, ha spiegato che "lo sforzo in più" richiesto all'Italia "ha a che fare con l’efficacia delle misure". Palazzo Chigi: "Nessun allargamento bonus né sforamento del 3%"

Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan

"Pensare che sfondare il vincolo del 3%" del rapporto fra deficit e Pil previsto dal Patto di Stabilità e Crescita "possa produrre più crescita è profondamente sbagliato". Lo ribadisce con estrema chiarezza il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine dell'Ecofin. Superare il vincolo "produrrebbe un'immediata inversione di tendenza del debito pubblico", peserebbe "sulla fiducia" e "l'immediato effetto sulla crescita sarebbe esattamente il contrario". Superare il vincolo, insiste, "è un onere che non potremmo sicuramente permetterci". Per Padoan "non solo le regole vanno rispettate", ma la "convenienza economica ci dice esattamente il contrario" di quanto sostenuto da chi propone lo sforamento.

La crescita, quindi, è l'unica strada percorribile. "E' fondamentale per l'Italia, visto l'onere del debito pubblico, la cui unica via d’uscita, senza possibilità di scorciatoie, è la crescita", sostiene il ministro evidenziando che "non si ottiene con la bacchetta magica, ma con una combinazione di riforme strutturali, che devono aggredire gli ostacoli cresciuti nel corso di due decenni, con lo stimolo agli investimenti privati e con il consolidamento del debito pubblico in modo favorevole alla crescita".

Il governo, comunque, continuerà a discutere con la Commissione europea sulla valutazione dell'impatto economico delle misure introdotte dall'Italia per la riduzione del deficit strutturale e del debito, dopo il via libera di ieri dell’Eurogruppo alla bozza di bilancio italiana per il 2015. Secondo la Commissione, l'aggiustamento del deficit strutturale per il prossimo anno dovrebbe essere dello 0,5% e le misure italiane sono valutate allo 0,1%.

"Ho visto l’esercizio del mio collega Dijsselbloem: 0,5% meno 0,1% fa 0,4%, confermo", scherza Padoan. "La questione è che si tratta di precisare se l’impatto delle misure che il governo italiano ha già adottato è effettivamente corrispondente all’ammontare di aggiustamento che era stato già concordato con la Commissione europea. Quindi questa non è una manovra aggiuntiva", precisa.

Il ministro dell'Economia spiega che "lo sforzo in più" richiesto all'Italia "ha a che fare con l’efficacia delle misure. Quindi continueremo a collaborare e discutere in modo molto produttivo con la Commissione sulla valutazione che noi e la Commissione diamo alle misure che abbiamo già introdotto. Ogni misura non è semplicemente scrivere una cifra su un pezzo di carta, ma entrare nel merito e nelle caratteristiche tecniche delle misure stesse".

Intanto è stato raggiunto un accordo sul bilancio dell'Unione europea per il 2014 e il 2015, ha annunciato Padoan. "Grazie alla presidenza italiana - spiega - è stato concluso l'accordo sul bilancio europeo per il 2014 e per il 2015, che permette di pagare le bollette arretrate, di salvaguardare i bilanci dei Paesi membri e di trovare risorse per il rilancio della crescita".

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