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Italia più connessa, 1.140 Comuni collegati a Internet nel 2016, 800 già nel 2015

21 dicembre 2014 | 14.06
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Lehnus (Ifratel): "La maggioranza sono al Sud. E, nei Comuni su cui incide l'incentivo pubblico, le scuole, gli ospedali e le sedi di Difesa e Pa avranno la banda ultralarga".

Italia più connessa, 1.140 Comuni collegati a Internet nel 2016, 800 già nel 2015

Italia sempre più connessa. E, a partire dall'anno nuovo, sale in maniera esponenziale il numero di cittadini del nostro Paese che potranno navigare ad almeno 30 mega, mentre per gli uffici pubblici la marcia salirà fino ai 100 mega (mbps) della banda ultralarga. Grazie al Piano strategico banda ultralarga, infatti, "già dal 2015 circa ottocento città italiane avranno acceso alla rete e il numero di Comuni connessi salirà a 1.140 entro il 2016" è la mappa tracciata all'Adnkronos da Rossella Lehnus, responsabile della Pianificazione strategica di Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo Economico che ha il compito di attuare il 'Piano nazionale Banda Larga' e il 'Progetto Strategico Banda Ultra Larga in Italia. "Entro il prossimo anno -evidenzia- ci saranno, oltre alle 160 città italiane su cui incidono gli operatori privati, altri 640 Comuni che saranno coperti ad almeno 30 mega grazie all'incentivo pubblico. Anzi, in queste città in cui il Governo interviene, tutti gli uffici, dalle scuole agli ospedali, dalle sedi periferiche della Difesa alle sedi Pa dislocate sul territorio, saranno collegati a 100 mega , quindi con la banda ultralarga".

E il maggior numero di connessioni sarà nelle regioni del Mezzogiorno. Di queste prime ottocento città, infatti, nel Piano pubblico la maggioranza è al Sud con in testa la Calabria con 223 Comuni connessi al 2015, seguita dalla Campania (119), dalla Puglia (148) e la Basilicata (64). A queste aree, inoltre, entro il 2016, "si sommeranno ulteriori 498 Comuni che saranno coperti a 30 mega dagli operatori privati, portando così ad un totale di circa 1.140 città connesse nel 2016" aggiunge Lehnus. "Basta chiederci se sia necessario investire in costose infrastrutture abilitanti i 100 mega, perché la risposta è sì, bisogna farlo, e in fretta, prevedendo anche investimenti pubblici nelle aree più disagiate" osserva Lehnus. "Come scrive anche la strategia del Governo per la banda ultralarga, -rimarca- la bassa diffusione di questo tipo di servizi in Italia 'è un dato che deve allarmare perché può essere l’origine di altri, e sempre più ampi, divari che saranno poi difficilmente colmabili se protratti nel tempo'".

In Italia, ricorda, "la carenza infrastrutturale è però il riflesso di una bassa domanda di servizi a 100 mega". Un dato, aggiunge, "registrato anche da Eurostat che, come ha riportato il Financial Time, vede l'Italia seconda in Europa, dopo la Romania, per individui che non hanno mai utilizzato internet". Aver presentato assieme la strategia per la Banda Ultralarga e per la Crescita Digitale, osserva infine, la responsabile della Pianificazione strategica di Infratel, "dimostra infatti di aver finalmente superato il paradosso di Macrobio, gestendo così parallelamente il divario infrastrutturale e quello culturale". Sono due strategie, avverte, "intimamente correlate che, se correttamente attuate, potrebbero davvero cambiare il nostro Paese".

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