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No della Corte dei Conti a nuovi interventi su organico Pa, servizi a rischio

09 gennaio 2015 | 16.25
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La relazione dei magistrati contabili mette in guardia il governo da ulteriori sforbiciate e ricorda come sia già stata vanificata la prevista razionalizzazione dell'organizzazione dei Ministeri attraverso la revisione della spesa per colpa di riduzioni indifferenziate

No della Corte dei Conti a nuovi interventi su organico Pa, servizi a rischio

No a nuovi interventi di riduzione sugli organici della Pubblica amministrazione; metterebbero a rischio i servizi offerti. A mettere in guardia il Governo da eventuali nuove sforbiciate sulla organizzazione dei Ministeri è la relazione della Corte dei conti che ha analizzato lo stato di attuazione dell’art.2 della legge sulla Spending review del 2012. "Ulteriori interventi, attesa l’assenza di soprannumeri di risorse umane dirigenziali e non, potrebbero non consentire una adeguata cura dei servizi, circostanza, peraltro, già segnalata da alcune strutture amministrative", denunciano i magistrati contabili che sottolineano per questo come il processo di realizzazione della definizione dell’apparato della Pubblica Amministrazione necessiti "di stabilità per essere completato, in linea con i principi costituzionali che presiedono all’organizzazione dei pubblici uffici, ai quali si devono ispirare eventuali ulteriori modifiche".

E "ferma restando l’insindacabilità delle scelte di natura politica, la discrezionalità non si sottrae al giudizio di irrazionalità" se si adottassero proposte "che vanificassero il risultato finora raggiunto in materia di assetti organizzativi o adottassero istituti e criteri già sperimentati, come nel caso del ruolo unico dirigenziale", aggiunge la Corte. Già l'idea del Governo di razionalizzare l'organizzazione dei Ministeri con una revisione di spesa puntuale è stata, per i magistrati, sostanzialmente superata a causa dell'introduzione di tagli indifferenziati, "adottati cioè a prescindere dal contesto di un'adeguata valutazione del rapporto tra attribuzioni intestate, risorse impiegate e servizi da rendere". Una riorganizzazione, peraltro, ancora da completare "particolarmente dalle strutture articolate per uffici territoriali". Nè risulta "ancora ultimata", denuncia ancora la Corte dei Conti, la riorganizzazione di tutti i Ministeri, da concludersi con l'adozione dei decreti ministeriali di definizione degli uffici dirigenziali di secondo livello. Non solo. Il succedersi dei Governi non avrebbe consentito "di impartire tempestive indicazioni in merito alla ripartizione dei tagli sulle articolazioni dei Ministeri".

La relazione della Corte dei Conti offre il destro ai sindacati per ribadire la propria contrarietà alla politica dei tagli adottata dai governi e confermata anche dall'esecutivo Renzi. “La Corte dei Conti conferma che il Paese non ha bisogno di riforme che non siano tali, di riforme che non siano solo la reiterazione degli annunci di buona volontà del governo di turno”, commentano il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava ed il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, Giovanni Faverin che sollecitano per questo atti amministrativi ed indirizzi precisi da parte dell'esecutivo. "La vera riforma è che il Governo si comporti da imprenditore e datore di lavoro, preoccupato di fornire prodotti competitivi, soddisfare bisogni senza ritardi e sprechi, valorizzare il proprio personale, investendo in formazione ed in nuovi modelli organizzativi oltre che a strutturare un efficiente sistema di monitoraggio e verifica su funzionamento, efficienza e costi", concludono.

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