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Saldi: flop per consumatori, cauto ottimismo dai commercianti/Adnkronos

10 gennaio 2015 | 14.48
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Un primo bilancio a una settimana dall'avvio delle vendite invernali scontate. Per Federconsumatori comprerà solo una famiglia su quattro, spesa media 180 euro. Dai commercianti, nonostante la partenza in salita, trapela un cauto ottimismo

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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I saldi invernali stanno andando male da nord a sud. A una settimana dall'avvio, tra l'altro anticipato, l'Adnkronos traccia un primo bilancio sull'andamento delle vendite dei capi di abbigliamento e delle calzature. Se per i consumatori si conferma il flop annunciato, a causa della caduta del potere di acquisto delle famiglie, ancora alle prese con le difficoltà della crisi economica, dai commercianti, pur di fronte a una partenza molto in salita, trapela un cauto ottimismo.

Le attese di Confcommercio sono per il mantenimento dei livelli dell'anno scorso, anche se l'andamento della spesa media a famiglia, di circa 340 euro, segnala un crollo del 25,7% rispetto all'inizio della crisi: nel 2008 infatti gli italiani spendevano 452 euro per acquisti di saldi, e ogni anno la cifra è scesa gradatamente.

Per Federconsumatori solo 9 milioni di italiani, una famiglia su quattro, compreranno durante i saldi e spenderanno in media 180 euro, con una contrazione ulteriore del 5,6% rispetto all'anno scorso e per un volume d'affari complessivo di 1,6 miliardi di euro. Le previsioni di Federconsumatori sono davvero negative. "C'è una caduta del potere d'acquisto che si riverbera sui consumi in generale, su quelli di Natale che sono scesi e ovviamente sui saldi" afferma Rosario Trefiletti.

"Siamo partiti bene, tuttavia sulla base delle evidenze macroeconomiche ci vuole cautela", sostiene invece Mariano Bella, direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio. Una cautela suggerita sia "per l'andamento dell'occupazione sia per il clima di fiducia delle famiglie che è in discesa da cinque mesi consecutivi". D'altra parte la Confcommercio stima una spesa media di 340 euro a famiglia per i saldi.

La politica fiscale del 2014, ereditata dagli ultimi tre governi, è di austerità: la pressione fiscale è aumentata, la reintroduzione delle imposte anche sulle prime case, attraverso la Tasi, ha incrementato del 20% le imposte sul patrimonio immobiliare, produttivo e residenziale nel 2014 comportando un raddoppio delle imposte rispetto al 2008, ricordano i commercianti.

I saldi, segnala Confcommercio, "riguardano prodotti soggetti a obsolescenza stagionale e sono diversi dalle promozioni, sono un'opportunità in più: chi parla di liberalizzazione dei saldi lo fa confondendo i termini perché se facciamo i saldi invernali ad aprile non ha senso. Negli ultimi tempi abbiamo sperimentato con varie regioni l'apertura alle promozioni prima dell'inizio dei saldi, ma questi aspetti di piccolo cabotaggio giuridico hanno poco impatto. Bisognerebbe intraprendere un sicuro percorso di riduzione della pressione fiscale per ritornare a crescere".

Federconsumatori, nel dare alcuni suggerimenti ai consumatori, lancia due importanti avvertimenti, il primo "fare attenzione a non cadere nel raggiro del 'falso saldo': il negoziante aumenta il prezzo iniziale per poi, dato che è una norma di legge, applicare lo sconto, così la cifra torna a essere quella che era prima dei saldi". Una truffa che potrebbe essere evitata agevolmente, suggerisce Trefiletti, se l'acquirente avesse l'accortezza di fotografare, magari con il telefonino, il prezzo del capo che interessa prima dei saldi.

Il secondo suggerimento è "diffidate dalle percentuali di sconto troppo alte, del 60, 70%, perché c'è la possibilità concreta che vengano messi in saldo fondi di magazzino, e per legge questo non può essere fatto".

Quanto alla possibilità di cambiare la merce comprata in saldo è bene tenere presente che "è a discrezione del negoziante quando il prodotto non soddisfa per la taglia, o per un colore che non piace, ecc, mentre è obbligatoria, in base alla legge delle garanzie, quando la merce è fallata o non conforme. Ad esempio se si è acquistato un maglioncino di cachemire e cachemire non è, non solo il commerciante deve cambiare il capo ma addirittura se non si può effettuare il cambio è prevista anche la scissione contrattuale con la restituzione di quanto si è pagato".

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