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Ue, Pil Italia a +1,3% nel 2016. Padoan: "Commissione riconosce nostri sforzi per riforme"

05 febbraio 2015 | 11.05
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Per la Commissione il Pil dovrebbe aumentare quest'anno dello 0,6%, sostenuto dalle "esportazioni e da un leggero miglioramento della domanda interna". Sul fronte dei senza lavoro, il Mef: "La successione tra ripresa e occupazione è fisiologica"

(Xinhua)
(Xinhua)

La Commissione Ue ha riconosciuto ''gli sforzi che abbiamo realizzato e che stiamo continuando a realizzare sul fronte delle riforme strutturali''. A dirlo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, commentando in una nota le stime diffuse questa mattina. La Commissione europea, nelle stime d'inverno sul quadro macroeconomico nell'Unione, stima che l'Italia tornerà a crescere dopo tre anni di recessione: +0,6% nel 2015, +1,3% nel 2016. Si tratta di stime ''in linea con quelle del Governo italiano, per il 2016 superiori alle precedenti previsioni'', si legge nella nota.

La Commissione europea, inoltre, ritiene che la gestione delle finanze pubbliche impostata con la legge di stabilità 2015 consenta di ridurre il deficit dello Stato, che scenderebbe a 2,6% del pil (dal 2,7% delle precedenti stime d'autunno). La crescita del 2015 dovrebbe essere guidata dalle esportazioni, mentre la domanda interna, si ricorda nella nota, crescerebbe ancora in modo modesto. Infatti l'incremento del reddito disponibile delle famiglie, derivante dal calo dei prezzi energetici (e secondo il Governo anche dai bonus fiscali, come ha constatato recentemente l'Istat) non sarebbe immediatamente trasformato in consumi perché inizialmente impiegato nella ricostituzione dei risparmi erosi durante la crisi. La prospettiva indicata dalla Commissione è che l'attuazione del programma di riforme avviato dal Governo e l'incremento degli investimenti, che hanno fatto registrare un significativo declino negli ultimi anni, ''possano sortire sulla crescita effetti positivi con possibili revisioni al rialzo delle previsioni''.

Sul fronte del lavoro, la Commissione stima un moderato incremento degli occupati nel 2015, mentre la disoccupazione resterebbe inalterata perché un maggior numero di persone sarà stimolata a cercare occupazione. L'aumento degli occupati sarà più consistente nel 2016 con un conseguente calo dei disoccupati, a dispetto dell'incremento della forza lavoro complessiva. La successione tra ripresa e occupazione, sottolinea il Mef, ''è fisiologica: in presenza di una ripresa della produzione le imprese hanno la propensione a massimizzare l'impiego delle risorse disponibili prima di effettuare nuove assunzioni. Con il consolidamento della ripresa l'occupazione aumenterà''.

La Commissione riconosce la validità degli interventi del Governo italiano, sul fronte della riduzione delle tasse sul lavoro e sulle imprese, che si accompagna a una effettiva riduzione della spesa pubblica; quest'ultima è stimata in crescita soltanto perché, come ricorda la Commissione, il bonus Irpef è classificato all'interno della spesa sociale.

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