"Assolutamente no". Così Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell'Acri, risponde a chi gli chiede se si senta in difetto rispetto alla legge Amato-Ciampi, dopo le affermazioni del presidente della Fondazione Roma Emmanuele Emanuele, secondo il quale le Fondazioni "non stanno facendo quello che prevedeva la legge Amato-Ciampi: ritirarsi dal sistema bancario per dedicarsi ad aiutare il nostro Paese a mantenere quel livello di welfare che abbiamo acquisito e che a causa della crisi stiamo perdendo".
"E' un'affermazione totalmente inesatta - dice Guzzetti all'Adnkronos Salute, oggi a Milano a margine della premiazione dei vincitori di un bando finanziato da Fondazione Cariplo e Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) - La legge Ciampi non obbliga le Fondazioni a uscire dalle banche, ma detta alcuni criteri: diversificazione del patrimonio, non fare investimenti speculativi o in prodotti a rischio, non contrarre debiti per sostenere aumenti di capitale. Questa è la Ciampi".
"Naturalmente noi siamo azionisti di Intesa, azionisti finanziari istituzionali - aggiunge - L'amministratore Messina, di cui siamo molto soddisfatti per il lavoro che sta facendo, ha anticipato che nei prossimi 4 anni restituirà più di 10 miliardi agli azionisti. Si tratta di valutare", precisa ancora Guzzetti: "Se l'investimento dà un buon rendimento, noi investiamo. Se non ha un buon rendimento, non dobbiamo investire". "Io ho diversificato - conclude - Ho quasi 8 miliardi di patrimonio, nel 2014 la liquidità ha reso l'8,31% e questo risultato così positivo addirittura ci consente di attutire in qualche modo l'impatto negativo dell'aumento delle tasse che il governo ci ha posto a carico in maniera molto pesante".
