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Bce: Mef, Eurogruppo non ha chiesto misure aggiuntive

19 marzo 2015 | 20.25
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Secondo via XX settembre inoltre l’opinione secondo cui la correzione strutturale sarebbe un mero riflesso del calo del pagamento degli interesse è "quanto meno parziale"

 - Euro-Bce
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Il Mef replica ai rilievi mossi dalla Bce nel bollettino pubblicato oggi: l'Eurogruppo non ha chiesto nessuno sforzo aggiuntivi all'Italia. "Nello statement di dicembre, l’Eurogruppo non chiedeva misure aggiuntive", si legge in una nota del dicastero. "Nel box 7 dell’Economic bulletin 02/2015 diffuso oggi è riportata una sintesi della opinione della Commissione Europea sul Draft Budgetary Plan 2015 dell’Italia contenente informazioni imprecise", si aggiunge snocciolando ben quattro precisazioni.

Infatti, si dice che “per i paesi sotto il braccio preventivo, lo 0,2 punti percentuali di miglioramento del bilancio strutturale atteso in Italia è inferiore allo 0,4% del pil raccomandato dall'Eurogruppo ed è un riflesso del calo del pagamento sugli interessi". A questo proposito è doveroso precisare che: nelle previsioni invernali della Commissione, il saldo strutturale migliora di 0,3 pp. passando da -0,9 a -0,6. Tale sforzo strutturale è riportato anche nella nota per l’Eurogruppo “Follow-up to the Commission opinion on the 2015 Dbp” predisposta dalla Commissione.

Secondo, precisa il Mef, "nello statement di dicembre, l’Eurogruppo non chiedeva misure aggiuntive. Infatti la Commissione chiedeva “effective measures” e non misure aggiuntive, cioè una adeguata attuazione delle misure che avrebbero prodotto – secondo la stima italiana – una correzione di 0,3 pp. La Commissione riteneva che senza una adeguata attuazione la correzione sarebbe stata inferiore alla stima italiana, limitandosi a 0,1 pp". La discussione dell’Eurogruppo di dicembre era inoltre "tutta incentrata sulla realizzazione del piano di riforme presentato dall’Italia come contributo fondamentale alla sostenibilità dei conti pubblici e non all’adozione di una manovra di bilancio".

Terzo, in sede di valutazione definitiva, afferma il Mef, "la Commissione ha riconosciuto che le misure messe in campo erano adeguate a produrre la correzione di bilancio stimata dall’Italia e ha quindi rivisto i propri giudizi di finanza pubblica, portando da 0,1 a 0,3% la stima di sforzo strutturale prodotta dalla Legge di Stabilità 2015. Si tratta di un valore in regola con i requisiti fissati dalla Commissione stessa nella Comunicazione sulla flessibilità, non ancora pubblicata all’epoca dello statement di dicembre".

Quarto, "l’opinione secondo cui la correzione strutturale sarebbe un mero riflesso del calo del pagamento degli interesse è quanto meno parziale". "La correzione della stima del Pil potenziale da parte della Commissione per tener conto della nuova serie pubblicata dall’Istat della popolazione attiva utilizzata per il calcolo dell’Output gap ha anche fatto emergere meglio il reale sforzo fiscale - conclude il Ministero dell'Economia - così come un migliore apprezzamento delle misure contenute nella Legge di Stabilità 2015".

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