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Pirelli: sindacati, governo assente siamo terra di nessuno/Adnkronos

21 marzo 2015 | 17.44
LETTURA: 4 minuti

Cgil, Cisl, Uil e Ugl, guardano con preoccupazione all'operazione che porterà Pirelli nelle mani del gruppo cinese Chem-China e che si sviluppa in totale assenza di linee di politica industriale, e nel silenzio assoluto del governo. E' questo il rimprovero maggiore che rivolgono all'esecutivo i leader sindacali: quello di aver fatto del Paese, in sostanza, "terra di nessuno".

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Perplessi e preoccupati ma anche allarmati dal silenzio del governo. I sindacati reagiscono così alla possibilità che Chem-China possa diventare socio di maggioranza della storica azienda di pneumatici Pirelli, l'ultimo 'colpo grosso' in ordine di tempo, di un gruppo straniero in Italia. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, infatti, guardano con apprensione ad una operazione, questa come per altre, che si sviluppa in totale assenza di linee di politica industriale, di regole che prevedano, almeno per i 'gioielli di famiglia', il rafforzamento di settori industriali e non il loro smantellamento. E' questo il rimprovero maggiore che rivolgono all'esecutivo: quello di aver fatto del Paese, in sostanza, "terra di nessuno".

"Il capitalismo italiano è incapace di reggere una competizione internazionale e il governo è privo di politiche industriali", accusa il leader Cgil Susanna Camusso per la quale a vendita di un pezzo pregiato del nostro sistema industriale a capitali stranieri "non sarebbe in sé un dramma se il capitalismo italiano fosse in grado di reggere le sfide della competizione internazionale e il governo avesse una politica industriale capace di indirizzare e tutelare le energie produttive che pure esistono in Italia".

Ma la realtà è un'altra: "la verità è che sia Confindustria che il governo preferiscono una competizione sui costi colpendo i diritti e i salari dei lavoratori, piuttosto che sfidare il mondo in termini di know how, innovazione, buona occupazione", commenta ancora ponendo tra le priorità che le sitituzioni dovrebbero avere quella di "garantire che il patrimonio umano di conoscenze e di capacità lavorativa non vada disperso". Ora comunque, chiede ancora Camusso, la parola spetta all'azienda che dovrà chiarire "al più presto i termini dell'operazione" e al governo "attivarsi per avere garanzie sui siti industriali e sui livelli occupazionali del Paese".

Furlan, nuova sconfitta capitalismo finanziario- Uil, Paese è discount

Durissima la reazione della Cisl. "E' l'ennesima sconfitta per il nostro capitalismo finanziario, incapace di difendere i marchi storici italiani e di investire nelle aziende di grande qualita' del nostro paese", commenta il leader Anna Maria Furlan che punta il dito "sull'impressionante silenzio del Governo, della politica e della classe dirigente di fronte a queste operazioni finanziarie che riguardano il futuro produttivo del paese". Ora l'urgenza è quella di capire e ottenere che la sede di Pirelli, la tecnologia e le produzioni restino in Italia ed è per questo che la Cisl si appresta a chiedere "garanzie precise al nuovo gruppo affinchè siano garantiti gli investimenti e soprattutto l'occupazione" per creare le condizioni di "un vero rilancio dell'industria manufatturiera e non il suo smantellamento".

E anche la Uil di Carmelo Barbagallo parla di un Paese ormai ridotto "ad un discount". "Il Governo - dice - non è ancora riuscito a fissare regole per evitare che, in un regime di globalizzazione, l'Italia diventi un discount, dove ognuno viene a fare la spesa: occorre creare le condizioni per favorire una politica industriale che preservi i gioielli di famiglia", chiede. Perchè, aggiunge, "bisogna fare di tutto per impedire che possa andare via la direzione, la ricerca e tutto quello che è necessario per salvaguardare un know-how e un patrimonio industriale e occupazionale prezioso per il nostro Paese", conclude.

Senza politica industriale, d'altra parte, accusa anche Paolo Capone, leader Ugl, "siamo terra di nessuno o una barca senza timone". Il governo, dice, "ha puntato solo sul Jobs Act" e manca una visione globale "perchè l'interesse sta solo nell'immediato, nel massimo del profitto con il minimo dello sforzo".

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