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Lagarde (Fmi), "crescita bassa e mediocre non diventi nuova realtà". Prospettive in area euro migliorano

09 aprile 2015 | 19.05
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Le riforme strutturali, sostiene il direttore generale del Fondo, devono andare di pari passo con le politiche macroeconomiche e finanziarie per aumentare la fiducia e generare investimenti. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito ripresa si "sta consolidando". In Cina "rallenta" mentre la Russia è alle prese con "difficoltà economiche"

Christine Lagarde, direttore generale Fmi (Afp) - Afp
Christine Lagarde, direttore generale Fmi (Afp) - Afp

"Dobbiamo evitare che il 'nuovo mediocre', ossia una crescita bassa per un periodo prolungato, diventi la nuova realtà. Possiamo fare meglio. Dobbiamo fare meglio". Ad affermarlo, nel corso di un intervento all'Atlantic Council a Washington, è il direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde, sottolineando tuttavia che la "ripresa globale continua ma è moderata e disuguale".

Con una crescita complessiva modesta, sottolinea ancora Lagarde, "l'economia a livello mondiale continua a dover far fronte ad una serie di sfide importanti. Ad esempio, quello che ho chiamato lo scenario 'basso-basso alto-alto' cioè il rischio di un'inflazione bassa e di una crescita bassa, e un'alta disoccupazione e un debito alto persistente per un certo numero di economie avanzate".

Per evitare che una 'crescita mediocre' diventi la 'nuova realtà', sostiene il direttore generale dell'Fmi, "le riforme strutturali devono andare di pari passo con le politiche macroeconomiche e finanziarie per aumentare la fiducia e generare investimenti. In troppi paesi, francamente, queste riforme sono in ritardo".

La ripresa, rileva ancora Lagarde, "in troppe parti del mondo non è abbastanza forte" e inoltre "i rischi finanziari e geopolitici sono aumentati". Per Lagarde "non è che una crescita al 3,4% nel 2014 sia un dato negativo. Anzi, è in linea più o meno con la media degli ultimi tre decenni". Ma, osserva, "non è abbastanza" visto "l'impatto che ha avuto la Grande Recessione sulle persone, con una disoccupazione giovanile al 50% in alcuni paesi".

Le economie avanzate, osserva, "stanno facendo un po' meglio rispetto allo scorso anno: la ripresa si sta consolidando negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Le prospettive nella zona euro stanno migliorando, grazie al supporto benvenuto dell'allentamento monetario della Bce".

Le previsioni per la maggior parte delle economie emergenti e in via di sviluppo, osserva ancora, invece, "sono leggermente peggiori rispetto allo scorso anno" anche a causa dei bassi prezzi delle materie prime che per questi paesi rappresentano uno dei driver principali. Comunque questi paesi, ha ricordato, "rappresentano ancora oltre i due terzi della crescita globale".

In particolare, sottolinea il direttore generale dell'Fmi, "la Cina sta rallentando ma cresce in modo più sostenibile" mentre l'India "resta un punto luminoso di crescita". L'Africa subsahariana "continua a registrare un forte performance" mentre la Russia "è in difficoltà economiche". Il Brasile "è anche stagnante" e in molte parti del Medio Oriente alcuni Paesi "sono gravati da turbolenze politiche ed economiche". Proprio per questo, conclude, "non dobbiamo pensare alle economie emergenti come un solo e unico gruppo".

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