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Pensioni: Boeri (Inps), rivendico il diritto di fare proposte

20 aprile 2015 | 14.11
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Il salario minimo garantito per i disoccupati tra i 55 e i 65 anni non è un problema di natura morale perchè solo il 10% di loro trova una nuova occupazione. La povertà, sostiene il presidente dell'Inps, negli ultimi anni è aumentata di un terzo e la recessione è stata uno stress test per i sistemi di protezione sociale

Tito Boeri presidente Inps
Tito Boeri presidente Inps

"Rivendico il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia come qualcuno ha sostenuto". Così il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante un convegno all'Università Bocconi di Milano, replica a distanza di alcuni giorni al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che aveva definito le indicazioni fornite dallo stesso numero uno dell'Inps "preziose" rivendicando, tuttavia, l'esclusiva competenza del Governo in materia previdenziale e di assistenza.

Proposte, ha precisato Boeri "che presenteremo entro giugno" ribadendo l'intenzione "di rispettare questa scadenza. Vogliamo fare una proposta organica, che si muova su un unico asse assistenza-previdenza. Si tratta -ha spiegato- di proposte in grado di autofinanziarsi e di reggersi sulle proprie gambe".

Tra queste proposte anche quella relativa al reddito minimo garantito. "Il fattore trainante della povertà -ha detto Boeri- è la perdita del lavoro. La recessione è stata uno stress test per i sistemi di protezione sociale. Tuttavia -ha aggiunto- era un fenomeno tutt'altro che inevitabile perchè non è vero che quando ci sono fenomeni così pesanti la povertà debba aumentare. Se da noi è sufficiente perdere lo 0,5% del Pil per vedere aumentare la povertà -ha osservato- ci sono altri Paesi in cui questa soglia è del 2%".

"Ci si può quindi tutelare -ha proseguito il presidente dell'Inps- e basta avere gli strumenti giusti, come ad esempio il reddito minimo. L'Italia è l'unico Paese d'Europa a non avere questi strumenti. Anche la Grecia, seppure in via sperimentale, si è dotata di uno strumento simile". In Italia, ha proseguito Boeri "si è parlato speso di disuguaglianza a causa della recessione, ma il dato più allarmante è quello della povertà che è aumentata di un terzo nel giro di pochi anni"."Prima della crisi -ha spiegato Boeri- la povertà era molto alta tra i giovani e tra gli over 60enni. Dopo la recessione troviamo che l'età della povertà si è spostata verso l'alto e riguarda soprattutto la fascia di età che va dai 55 ai 65 anni. Durante la crisi, infatti, è successo che sempre più spesso fosse il capofamiglia a perdere il lavoro e quindi il reddito principale e la possibilità per loro di trovare una nuova occupazione è pari al 10%"."Non credo quindi -ha aggiunto- che dare loro un trasferimento, che sarà basso, li esponga al rischio non mettersi più a cercare una nuova occupazione. Alla luce di tutto questo, vorremmo concentrare l'assistenza proprio su quella fascia di età, un reddito minimo garantito a quanti, tra i 55 e i 65 anni, hanno perso il lavoro. Ho ricevuto delle critiche per questo -ha poi tenuto a precisare Boeri- ma è chiaro che le nostre proposte saranno complementari ad altre e sarei felice se il Governo potesse trovare risorse per un minimo garantito per tutti".

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