Il salario minimo garantito per i disoccupati tra i 55 e i 65 anni non è un problema di natura morale perchè solo il 10% di loro trova una nuova occupazione. La povertà, sostiene il presidente dell'Inps, negli ultimi anni è aumentata di un terzo e la recessione è stata uno stress test per i sistemi di protezione sociale
"Rivendico il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia come qualcuno ha sostenuto". Così il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante un convegno all'Università Bocconi di Milano, replica a distanza di alcuni giorni al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che aveva definito le indicazioni fornite dallo stesso numero uno dell'Inps "preziose" rivendicando, tuttavia, l'esclusiva competenza del Governo in materia previdenziale e di assistenza.
Proposte, ha precisato Boeri "che presenteremo entro giugno" ribadendo l'intenzione "di rispettare questa scadenza. Vogliamo fare una proposta organica, che si muova su un unico asse assistenza-previdenza. Si tratta -ha spiegato- di proposte in grado di autofinanziarsi e di reggersi sulle proprie gambe".
Tra queste proposte anche quella relativa al reddito minimo garantito. "Il fattore trainante della povertà -ha detto Boeri- è la perdita del lavoro. La recessione è stata uno stress test per i sistemi di protezione sociale. Tuttavia -ha aggiunto- era un fenomeno tutt'altro che inevitabile perchè non è vero che quando ci sono fenomeni così pesanti la povertà debba aumentare. Se da noi è sufficiente perdere lo 0,5% del Pil per vedere aumentare la povertà -ha osservato- ci sono altri Paesi in cui questa soglia è del 2%".