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Expo: Undurraga, il Cile all'Esposizione con un viaggio tra ecosistemi

27 aprile 2015 | 12.29
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Dal deserto dell’Atacama alla Patagonia, dalle sue verdi vallate centrali alle isole orientali: l’estrema varietà geografica del Cile è la caratteristica che il paese esibisce ai visitatori di Expo Milano 2015. Cristián Undurraga è l'architetto che ha 'firmato' la struttura e l'ha presentata al Politecnico di Milano.

L'architetto Cristiàn Undurraga
L'architetto Cristiàn Undurraga

Dal deserto dell’Atacama alla Patagonia, dalle sue verdi vallate centrali alle isole orientali: l’estrema varietà geografica del Cile è la caratteristica che il paese esibisce ai visitatori di Expo Milano 2015. Il Padiglione cileno offre un viaggio esperienziale tra i diversi ecosistemi: deserti, fiumi, valli e montagne, mostrando come la vita cresce in ognuno e con quali strumenti la si preserva. La presenza del Cile testimonia la ricerca di equilibrio nella molteplicità di paesaggi, culture, alimenti e simboli geografici unici al mondo. (Fotogallery)

L’obiettivo è divertire il visitatore, promuovere interesse verso il Paese, manifestare l’impegno a favore della protezione delle risorse idriche e della produzione di cibo sostenibile per tutti. Strategica, da questo punto di vista, la collocazione del padiglione cileno nel sito Expo. L'architetto Cristián Undurraga, che ha 'firmato' la struttura e l'ha presentata al Politecnico di Milano in occasione degli incontri promossi dall'ateneo per 'dar voce' ai 'principi' dell'architettura mondiale coinvolti nell'esposizione 2015, ha potuto usufruire di una collocazione proprio a fianco all’arena dei concerti, un’ottima opportunità per suggerire a tutti una visita al cibo e all’arte cileni.

Il padiglione si sviluppa in uno spazio di 1.910 metri quadri. È un volume sospeso, un grande architrave in legno avvolto da uno scheletro in travi incrociate sollevata da quattro pilastri di cemento che creano uno spazio intermedio, l’orizzonte temperato tipico dell’architettura cilena. Un grande spazio incentrato sull’arte dell’ospitalità. Il materiale principe, il legno "è usato per ricordare che la superficie forestale in Cile è in aumento -ha spiegato Undurraga- in controtendenza rispetto alla deforestazione in corso sulla Terra".

L’accesso è un punto relax con tavoli e panche. All’ingresso il visitatore incontrerà la “tavola” del Cile, i suoi sapori e i suoi colori. Un gruppo di statue rosse raffiguranti contadini indicherà il percorso da seguire. Il corridoio congiunge la sala espositiva con quella delle degustazioni e degli eventi.

La grande struttura di legno, a cui si accede con la rampa centrale, custodisce arte: fotografia, video, multimedia, grafici, arredo e sculture. Un tunnel circondato da ventiquattro proiettori sincronizzati immerge il visitatore in una realtà virtuale, su una barca di pescatori nel mare o tra i vigneti di Carmenere. Tutti gli elementi servono a illustrare le diverse zone del Paese e in base a queste le coltivazioni tipiche servono a comunicare la varietà del territorio, la gente, i frutti della terra, le immagini, la tavola imbandita che il Cile, con il suo viaggio tra ecosistemi a Expo, offre al mondo.

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