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Edilizia: Delle Piane (Ance), regole in opere pubbliche vietano di eccellere

08 maggio 2015 | 15.43
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"Expo dimostra che il Paese è in grado di fare quello che vuole". Ma per decollare nel mondo delle opere pubbliche, dopo anni e anni di crisi "è necessario che le regole cambino e siano tarate sui livelli più alti possibili". E' una svolta quella che Filippo Delle Piane, presidente dell'Ance, sollecita in un'intervista all'Adnkronos.

Filippo Delle Piane
Filippo Delle Piane

di Cristina Bassetto - "Expo dimostra che il Paese è in grado di fare quello che vuole". Non solo. Con l'Esposizione Universale e l'arrivo di un secondo evento di portata mondiale, il Giubileo "i riflettori sono tornati ad essere puntati sul nostro Paese ed è giusto ricominciare a sognare". Ma per decollare nel mondo delle opere pubbliche, dopo anni e anni di crisi che hanno stravolto settori e imprese "è necessario che le regole cambino e siano tarate sui livelli più alti possibili". Dalla Triennale di Milano è Filippo Delle Piane, presidente giovani dell'Ance, l'associazione nazionale costruttori edili che oggi ha tenuto il suo XVI convegno nazionale, a chiedere un cambiamento radicale delle regole nel mondo delle opere pubbliche. Intervistato dall'Adnkronos, il manager non fa 'sconti': "le regole legate alle opere pubbliche impediscono oggi di eccellere".

Per Filippo Delle Piane il cambiamento deve partire dall'inizio, dalla selezione. "Su tutte -dice- la prima regola da cambiare è la selezione degli interlocutori. Quello che nel mondo del mercato privato è norma quasi scontata, cioè la selezione viene fatta in base all'affidabilità e ai risultati, nel pubblico non esiste. Nel privato un fornitore che non soddisfa non sarà più richiamato. Nel mondo delle opere pubbliche questo criterio di selezione non è, di fatto, mai stato applicato con la severità che è necessaria".

Eppure è un 'modello' che è andato avanti per anni e anni. "Un po tutti gli attori del processo, anche noi associazioni di categoria -conferma Delle Piane- abbiamo accettato che ci fossero regole blande all'ingresso, al più che la regolamentazione fosse data dalla burocrazia e non dalla selezione vera. Abbiamo pensato che, tutto sommato, fosse giusto che ci fosse posto per tutti". Ma non è più così. "Oggi il mercato ci dice che non c'è posto per tutti, quindi è il momento per cominciare a dire che le regole devono cambiare. Si tratta di cercare di selezionare gli attori che avranno posto dentro questo contenitore più piccolo attraverso percorsi virtuosi perchè oggi, purtroppo, la selezione attraverso burocrazia e stretta creditizia favorisce non i più sani e più competitivi ma quelli che non hanno problemi di liquidità. Quindi noi per primi dobbiamo pretendere che l'asticella sia più in alto, che sia più difficile tutto perchè noi siamo attrezzati per le situazioni difficili. Se invece la selezione passa su requisiti che non dicono nulla, rischiamo di perderci".

Il momento, tra Expo e Giubileo, è quello giusto. "Expo è senz'altro una vetrina ma soprattutto un simbolo. Un evento che porta con sè grandi opportunità. All'interno del nostro Paese ci sono cose straordinarie e abbiamo modo di mostrarle al mondo, di mostrare cosa sappiamo fare. Le polemiche che ci sono state su Expo alla lunga mi hanno disturbato. Noi sappiamo fare le cose e sappiamo farle bene: è giusto che lo dimostriamo, ma sarebbe bene cominciare a dirlo un pò di più".

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