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Draghi: per l'Eurozona la situazione è migliorata ma le riforme e QE devono procedere insieme

22 maggio 2015 | 12.19
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"Le prospettive economiche per l'area dell'euro sono oggi più brillante di quanto non siano state negli ultimi sette lunghi anni" ma ora la politica monetaria della Bce e le riforme strutturali devono andare di pari passo. "Prospettive più luminose" nell'area euro

Mario Draghi (Adnkronos)
Mario Draghi (Adnkronos)

"Le prospettive economiche per l'area dell'euro sono oggi più brillante di quanto non siano state negli ultimi sette lunghi anni" ma ora la politica monetaria accomodante della Bce (con tassi bassi e gli acquisti del QE) e le riforme strutturali devono andare di pari passo. E' l'invito formulato in un discorso a Sintra in Portogallo, dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che ha ricordato come una "ripresa ciclica da sola non risolve tutti i problemi dell'Europa" visto che "non elimina l'eccesso di debito" o "l'elevato livello di disoccupazione strutturale" di alcuni paesi, e neppure "elimina la necessità di perfezionare l'assetto istituzionale della nostra unione monetaria". Ma può "fornire condizioni quasi ideali ai governi affinché si impegnino in maniera più sistematica in quelle riforme strutturali che possono rafforzare il ritorno alla crescita".

Rispondendo alle forti critiche (soprattutto da parte tedesca) Draghi ha definito "sbagliato sostenere che una politica monetaria accomodante costituisce un alibi per i governi e i parlamenti per rinviare i loro sforzi di riforma". "In realtà - ha osservato - essa rende le riforme meno costose dal punto di vista sociale e politico, dal momento che riduce il tempo necessario per produrre effetti positivi".

Le ricerche condotte dalla Bce, ha aggiunto, "mostrano che imprese con flessibilità a livello aziendale hanno ridotto l'occupazione in misura minore rispetto a quelle vincolate da accordi a livello centrale, in parte perché sono state in grado di adeguare meglio le retribuzioni alle condizioni economiche". Draghi ha spiegato che "se le riforme sono mirate a rimuovere quei vincoli che bloccano gli investimenti, come quelle dei servizi professionali o della vendita al dettaglio, gli effetti di breve termine sono ampiamente positivi" anche nel momento più basso di un ciclo economico. Benefici, ha aggiunto, che emergono anche da riforme che attenuano "le gravose condizioni economiche" di molti investimenti, "come la riduzione degli oneri amministrativi o l'accelerazione delle procedure di insolvenza".

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