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Imu e Tasi, si avvicina la scadenza ma ci sono poche certezze

06 giugno 2015 | 17.24
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Imu e Tasi, si avvicina la scadenza ma ci sono poche certezze

Si avvicina la scadenza per il pagamento dell'acconto di Imu e Tasi, il 16 giugno, ma ci sono ancora poche certezze.

Scadenze. Entro il 16 giugno si paga l'acconto, pari alla metà di quanto pagato lo scorso anno. Entro il 30 luglio i comuni dovranno adottare le nuove delibere per stabilire le aliquote di Imu e Tasi per il 2015. Le delibere dovranno essere inviate al dipartimento delle finanze entro il 21 ottobre e pubblicate sul sito del Df entro il 28 ottobre. Il saldo dovrà essere versato entro il 16 dicembre tenendo conto delle nuove aliquote decise dai Comuni. Si procederà calcolando l'imposta e sottraendo l'acconto versato a giugno.

Acconto. Per il calcolo dell'acconto occorre fare riferimento all'importo versato nel 2014. Basta versare un importo pari al 50% di quanto pagato lo scorso anno. Anche nei comuni che hanno già deliberato le aliquote 2015, magari aumentandole, il versamento dell'acconto potrà essere fatto sulla base delle aliquote 2014, salvo poi tener conto dei maggiori importi in sede di conguaglio.

Prima casa. Per la casa di abitazione si paga la Tasi ma non l'Imu. La base imponibile è la stessa dell'Imu, mentre obbligati al pagamento oltre al proprietario è anche il detentore dell'immobile. Per non pagare l'Imu occorre il doppio requisito della residenza anagrafica e della dimora abituale. L'aliquota massima è fissata al 2,5 per mille. I Comuni possono aumentare tale limite fino al 3,3 pm a condizione che siano previste agevolazioni per l'abitazione principale. In caso di immobile posseduto da più soggetti e abitato da solo uno dei proprietari la Tasi si applica solo alla quota di possesso di chi effettivamente ci abita. mentre le altre quote sconteranno la Tasi relativa agli immobili diversi dall'abitazione principale.

Bollettini. Non è chiaro se i Comuni sono obbligati ad inviare ai contribuenti i bollettini e i modelli di versamento precompilati. E’ tuttora in vigore una norma che lo prescrive in via generale nell’ambito della disciplina della Iuc (Imu-Tasi-Tari, ma per quest’ultima il problema non si pone), ma una successiva disposizione, relativa alla Tasi, impone ai Comuni solo di “rendere disponibili” i modelli precompilati su richiesta dei contribuenti. Tuttavia essendo un'imposta per la quale è prevista l'autoliquidazione spetta al contribuente fare i calcoli e verificare la correttezza di eventuali bollettini precompilati dei comuni.

Dichiarazione. La situazione permane poco chiara. La legge prevede la presentazione entro il 30 giugno, in determinati casi, della “dichiarazione relativa alla Iuc”. A meno di un mese dalla scadenza, però, non si sa ancora: se esisterà mai – come sembrerebbe prevedere la legge – un modello di dichiarazione riguardante tutti e tre i tributi che compongono la Iuc; chi lo debba predisporre: se lo Stato o i Comuni. Sorvolando sul primo problema, sia lo Stato sia i Comuni si sono espressi su chi debba approvare il modello relativo alla Tasi: deve farlo lo Stato, dice il Ministero dell’economia e delle finanze (ma ad oggi non lo ha ancora fatto); devono farlo i Comuni, dice l’associazione che li riunisce (e qualche Comune ha preso singolarmente l’iniziativa di crearne uno proprio).

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