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Cdp: protocollo Acri-Tesoro, l'autoriforma delle Fondazioni/Scheda

12 giugno 2015 | 17.49
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Dopo anni di attesa, è arrivata in porto l'autoriforma delle Fondazioni. E' prevista dal protocollo firmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e dal Presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti. In estrema sintesi, le fondazioni si impegnano a diversificare il portafoglio, non indebitarsi, non sottoscrivere derivati e strumenti finanziari complessi. Quanto alla governance, arrivano tetti alle retribuzioni, massimo 240mila euro, limite di mandati e ricambio al vertice, l'impegno ad una maggiore trasparenza.

Il Protocollo definisce in modo più analitico della legge Ciampi i parametri di riferimento cui le fondazioni conformeranno i comportamenti, con l’obiettivo di migliorare le pratiche operative e rendere più solida la governance. Con la sua sottoscrizione le Fondazioni assumono l’impegno di osservare le regole contenute nel Protocollo, inserendole, ove occorra, nei loro statuti.

In particolare, per quanto attiene agli aspetti economici e finanziari, le Fondazioni si impegnano, tra l’altro, a diversificare il portafoglio degli impieghi del patrimonio, al fine di contenere la concentrazione del rischio e la dipendenza del risultato della gestione da determinati emittenti, gruppi di imprese, settori di attività e aree geografiche. È previsto un limite quantitativo di un terzo dell’attivo patrimoniale per l’esposizione nei confronti di un singolo soggetto; evitare, nel rispetto del principio di conservazione del patrimonio, qualunque forma di indebitamento salvo il caso di temporanee e limitate esigenze di liquidità; non usare contratti e strumenti finanziari derivati salvo che per finalità di copertura o in operazioni in cui non siano presenti rischi di perdite patrimoniali.

Per quanto attiene alla governance, le fondazioni si impegnano, tra l’altro, a applicare criteri stringenti per la definizione dei corrispettivi economici dei componenti i propri organi, coerenti con la natura di enti senza scopo di lucro e comunque commisurati all’entità del patrimonio e delle erogazioni. Sono previsti anche limiti quantitativi. Il compenso del Presidente delle fondazioni con patrimonio superiore a un miliardo di euro non potrà superare il tetto massimo di 240.000. Sono previsti tetti parametrati al patrimonio, per i compensi complessivamente corrisposti a tutti i membri degli organi.

Gli Enti si impegnano anche a definire limiti alla permanenza in carica dei membri degli organi, assicurando il periodico ricambio degli stessi, così mantenendo un elevato grado di responsabilità nei confronti del territorio.

Le Fondazioni devono anche adottare procedure di nomina dirette ad assicurare la presenza del genere meno rappresentato e valorizzare il possesso di competenze specialistiche che garantiscano adeguati livelli di professionalità dei componenti degli organi; osservare regole di incompatibilità al fine di assicurare il libero ed indipendente svolgimento delle funzioni degli organi; conformare l’attività ad un ampio principio di trasparenza, declinato in regole puntuali che assicurino adeguata diffusione delle principali decisioni alla collettività di riferimento.

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