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Cdp, le Fondazioni cercano il dialogo 'Ma i dividendi non si toccano'

18 giugno 2015 | 15.54
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Giuseppe Guzzetti nella relazione al Congresso Acri di Lucca (Adnkronos)
Giuseppe Guzzetti nella relazione al Congresso Acri di Lucca (Adnkronos)

"Noi siamo per la riconferma di Bassanini, però se c'è un contesto in cui queste cose si affrontano e risolvono, io non sono in opposizione a questo governo. Chiedo di collaborare, ma sono inascoltato". Così all'Adnkronos il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti, a margine del XXIII convegno dell'associazione, interviene nel dibattito sulla trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti, spiegando di avere un approccio "collaborativo per il grande rilancio" di Cdp.

Le Fondazioni bancarie, socie di minoranza di Cdp, spiega Guzzetti, sono "pronte a fare dei sacrifici" nella trattativa con il governo sulla Cassa, ma - ribadisce Guzzetti , che smentisce le voci di richiesta per le fondazioni di un nuovo consigliere o del vicepresidente - i dividendi sono una condizione inderogabile per trovare un compromesso.

"Non vogliamo frapporre ostacoli di nessun genere, possiamo fare sacrifici, ma abbiamo bisogno di sicurezze", sulla questione dei dividendi, ha detto Guzzetti, sottolineando come diverse Fondazioni abbiano fatto un investimento importante in Cdp. "I dividendi sono per noi una condizione inderogabile", ha aggiunto, spiegando che il punto della questione non sono le poltrone, e dunque non il nuovo presidente di Cassa, ma "la gestione". "Questo - ripete - è il punto, la gestione".

Parole che riecheggiano quanto detto dallo stesso Guzzetti nella relazione di apertura del Congresso. "Se la volontà del Governo è il rilancio della Cassa, noi collaboreremo positivamente come abbiamo fatto in passato, affinché la Cdp sia un centro di propulsione e di sostegno dell’economia reale del Paese: ma l’obiettivo dei conti in ordine è premessa irrinunciabile".

L'intervento è stato anche l'occasione per Guzzetti per ricordare come le Fondazioni rimangano - nonostante un ruolo cruciale per "il sociale" - ancora "largamente sconosciute, quando non mistificate, come leggo perfino in atti parlamentari".

"Un mondo - ha aggiunto - che più volte nella sua storia ha avuto il coraggio e la forza per rinnovarsi". Certo, "le Fondazioni da sole non sono in grado di risolvere nessuno dei grandi problemi del Paese, ma possono sperimentare nuove soluzioni, fare rete con altri soggetti dando un contributo importante ai servizi alla persona, all’arte e cultura, all’ambiente, alla ricerca scientifica".

Pesa sul presente e sul futuro delle Fondazioni,comunque, il carico fiscale che, ha ricordato, "complessivamente è passato dai 100 milioni di euro nel 2011 ai 423,7 del 2014. È una segnalazione che, quando il Governo lo riterrà possibile, mi auguro possa essere valutata con la opportuna attenzione".

Guzzetti ha infatti ricordato che "nel luglio 2014 gli oneri sui rendimenti derivanti dagli investimenti finanziari sono passati dal 20% al 26%,dopo aver già subito nel 2012 l’incremento dal 12,5% al 20%; la successiva legge di stabilità per il 2015 ha poi portato a un ulteriore aggravio della tassazione sulle rendite finanziarie, riducendo la quota di esenzione sui dividendi percepiti dal 95% al 22,26%. Quota rimasta invece al 95% per i soggetti privati profit, le cui risorse, a differenza di quanto avviene per le Fondazioni, non vengono riversate a favore della collettività".

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