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"Tasse sui rifiuti cresciute fino al 25% tra 2010 e 2015"

19 agosto 2015 | 10.27
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Analisi Cgia: per le attività economiche l'incremento sfiora il 50%

(INFOPHOTO)
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Caro rifiuti negli ultimi 5 anni. Tra il 2010 e il 2015 una famiglia con 4 componenti che vive in un casa da 120 mq ha subito un aumento del prelievo relativo all’asporto rifiuti del 25,5 per cento, pari - in termini assoluti - ad un aggravio di ben 75 euro. E' quanto emerge da un'analisi dell’Ufficio studi della Cgia, che sottolinea come questo tipo di famiglia quest’anno dovrà versare al proprio Comune 368 euro di Tari.

Appena leggermente inferiore l'aggravio per una famiglia di 3 componenti che abita in un appartamento da 100 mq, con un aumento del 23,5 per cento (+57 euro) e un onere per il 2015 di quasi 300 euro. Infine un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2 per cento in più (+35 euro). In questo caso l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro.

Per le attività economiche, aggiunge la Cgia, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d’affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4 per cento, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, invece, ha registrato un incremento del 42 per cento (+ 560 euro), mentre un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2 per cento in più, pari ad un aggravio di 272 euro. Più contenuto, ma altrettanto pesante, l’aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2 per cento), dai proprietari degli alberghi (+17 per cento) e da un carrozziere (+15,8 per cento).

Nel corso degli ultimi anni - ricorda la Cgia - sono state numerose le novità che hanno riguardato il prelievo sui rifiuti con il passaggio da Tarsu e Tia alla Tares e infine nel 2014 alla Tari (Tassa sui rifiuti). Ma i benefici per i contribuenti, sottolinea Paolo Zabeo della Cgia, sono stati ridotti visto che le aziende di raccolta e smaltimento rifiuti "di fatto, operano in condizioni di monopolio, con dei costi spesso fuori mercato che famiglie e imprese, nonostante la produzione dei rifiuti sia diminuita e la qualità del servizio offerto non sia migliorata, sono chiamate a coprire con importi che in molti casi sono del tutto ingiustificati".

"Proprio per evitare che il costo delle inefficienze gestionali vengano scaricate sui cittadini - ricorda Zabeo - la legge di Stabilità del 2014 ha ancorato, dal 2016, la determinazione delle tariffe ai fabbisogni standard. Grazie all’applicazione di questa nuova modalità, è probabile che dall’anno prossimo la tassa sui rifiuti diminuisca”.

Sebbene in questi ultimi anni il costo economico sulle famiglie sia decisamente aumentato, ricorda la Cgia - dall’inizio della crisi ad oggi la produzione dei rifiuti urbani ha subito una forte contrazione. Se nel 2007 ogni cittadino italiano ne 'produceva' quasi 557 kg, nel 2013 (ultimo dato disponibile) la quantità è scesa a poco più di 491 Kg per abitante. "In buona sostanza – conclude Zabeo - nonostante abbiamo prodotto meno rifiuti, la raccolta e lo smaltimento degli stessi ci sono costati di più".

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