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Expo: Ferrino nel Waterstone, ricerca e sviluppo in nome della tradizione

12 ottobre 2015 | 17.44
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Expo: Ferrino nel Waterstone, ricerca e sviluppo in nome della tradizione

Puntare su ricerca e sviluppo, in nome della tradizione. Ferrino, società torinese che produce attrezzature sportive outdoor, si presenta oggi a Expo, nel The Waterstone di Intesa Sanpaolo, nell'ambito del ciclo 'Ecco la mia impresa' dedicato alle eccellenze imprenditoriali italiane. "Chi è nato da una scoperta straordinaria ha il dovere, se non altro per coerenza storica, di continuare a innovare per stare sul mercato", dice Anna Ferrino, uno degli amministratori della società piemontese.

Nel 1870 Ferrino era una 'start-up'. La società, spiega l'amministratore Ferrino, "nasce da una scoperta straordinaria che ha fatto il mio trisnonno, Cesare Ferrino, che all'epoca ha inventato la formula per impermeabilizzare i tessuti". Da lì l'azienda è cresciuta, diventando simbolo dell'outdoor. Oggi la società è condotta dalle famiglie Ferrino e Rabajoli, e guarda sempre di più all'estero per crescere, mostrandosi "attentissima al rapporto con l'ambiente" e provando a garantire "sicurezza" in montagna ai propri clienti, spiega Ferrino.

Augusto Rabajoli, l'altro amministratore della società, aggiunge che l'investimento in ricerca e sviluppo è pari al 3,5% del fatturato e "per lo studio di nuovi prodotti è impiegato il 12% della nostra forza lavoro". Questo per poter restare sul mercato con prodotti "innovativi, un po' all'avanguardia" e così "affidabili" da rendere "possibili i viaggi in posti difficili da raggiungere", dice.

Per il futuro gli occhi sono puntati all'estero. "La grande sfida - spiega l'amministratore Ferrino - passa attraverso la crescita e la crescita all'estero è un progetto che ci sta impegnando tantissimo in questi anni". La quota dell'export, sottolinea, "è del 50%" e si lavora "per portarla nel medio-termine intorno al 70%: siamo una Pmi - aggiunge - quindi investire in grandi mercati non è sempre banale, ma ci stiamo lavorando e siamo contenti".

Essere internazionali, insomma, e fare innovazione, ma nel futuro, aggiunge Rabajoli la volontà è "crescere facendo sempre molta attenzione al fattore umano; le persone - sottolinea - devono essere motivate e avere passione nel lavoro". Per questo l'azienda sostiene "alcune iniziative che sono volte alla salvaguardia dell'ambiente e al dialogo con le popolazioni. Piccole iniziative - le definisce Rabajoli - che sono molto utili per il diffondersi di un certo tipo di cultura" in tutto il mondo.

Da qui la scelta di raccontarsi nello spazio di Intesa Sanpaolo, nell'Esposizione dedicata alla nutrizione, alla natura e all'ambiente. La memoria storica della società, come si autodefinisce il presidente Alberto Ferrino, racconta poi un aneddoto che lega ancor di più l'azienda piemontese all'Expo: "Mio nonno - dice il presidente - mi ha raccontato che all'Esposizione universale di Torino del 1911 la ditta era presente con uno stand ed è stata premiata per i suoi procedimenti di impermeabilizzazione dei tessuti. Questo è un revival; ci rivediamo tra un secolo", conclude sorridendo.

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