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Eni, 8 ore di sciopero il 20 gennaio

05 dicembre 2015 | 11.50
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L'Assemblea nazionale dei delegati del gruppo Eni
L'Assemblea nazionale dei delegati del gruppo Eni

Sono state proclamate per il 20 gennaio otto ore di sciopero in tutti gli insediamenti italiani del gruppo Eni e della società Saipem. Ad annunciarlo sono Filctem-Cigl, Femca-Cisl e Uiltec che oggi sono riuniti in un'assemblea nazionale a Roma. Per il 17 dicembre i sindacati hanno indetto una manifestazione nazionale a San Donato Milanese.

"Non siamo di fronte ad un normale riassetto di una grande azienda, ma allo smantellamento della chimica italiana e ad una accelerazione del processo di trasformazione dell'Eni che vede le sue attività tutte concentrate fuori dall'Italia", sottolineano i segretari generali Filctem, Femca, Uiltec, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani dall'assemblea nazionale a Roma di tutti i delegati del gruppo Eni.

"Abbiamo deciso -spiega il leader della Uiltec, Paolo Pirani- di proclamare otto ore di sciopero il 20 gennaio e ulteriori pacchetti a livello locale. Il 17 dicembre ci sarà una manifestazione nazionale a San Donato Milanese. Al premier Matteo Renzi abbiamo chiesto un incontro urgente e stiamo coinvolgendo i presidenti delle Regioni e i sindaci dei territori interessati. E' una mobilitazione che cresce affinché l'Eni resti in Italia e mantenga una sua presenza industriale". Per il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo non bisogna "svendere i gioielli di famiglia. Abbiamo bisogno di mantenere delle produzioni strategiche altrimenti, dopo che avremmo svenduto tutto, il Paese arretrerà ancora. E' un pericolo che non vogliamo correre".

Lo sciopero all'Eni, sottolinea il leader della Cgil, Susanna Camusso, intende richiamare la responsabilità del governo a non perdere l'ennesimo settore industriale quale è la chimica". All'Eni, spiega il segretario generale della Filctem-Cgil, Emilio Miceli, "chiediamo di fare un passo indietro. L'assetto che ha in mente il gruppo è un assetto che è dannoso per il Paese non solo per la chimica. E' giusto che facciano una riflessione. Non tutto può girare intorno alle esigenze strette delle imprese o degli investitori. Un grande gruppo deve andare oltre queste cose".

Questo sciopero, spiega il segretario generale della Femca-Cisl, Angelo Colombini, "punta ad ottenere dall'Eni il mantenimento della politica industriale che non è soltanto il petrolio ma anche la chimica, che non è soltanto la perforazione ma anche l'ingegneria". Per il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, "è un problema di progetto industriale per il Paese. Eni che è uno dei più grandi gruppi del Paese, peraltro con una presenza pubblica, avrebbe il compito di orientare queste scelte e di sostenerle e non solo di provare a fare cassa".

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